Abusa della legge 104: Everel licenzia un «furbetto»

Il provvedimento è stato preso a luglio, dopo almeno due anni di richiami e avvertimenti al dipendente che è residente a Valeggio

Abusa della legge 104: Everel licenzia un «furbetto»
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Il provvedimento è stato preso a luglio, dopo almeno due anni di richiami e avvertimenti al dipendente che è residente a Valeggio

Avrebbe abusato della legge 104, una norma a favore dei dipendenti con familiari disabili da accudire, prendendo in giro l’azienda, i colleghi e soprattutto chi, realmente, ha bisogno di queste «agevolazioni» che prevedono, tra le altre cose, tre giorni liberi e retribuiti ogni mese per assistere le persone non autosufficienti. Per questi fatti l’uomo, originario di un’altra regione ma residente a Valeggio, lo scorso luglio è stato licenziato dall’azienda per cui lavorava da anni, la Everel, colosso della produzione e fornitura di componentistica elettronica ed elettromeccanica per i più noti marchi del mondo.

E, come se non bastasse, su un’altra persona ci sarebbe pendente lo stesso procedimento, ma l’azienda, questo, non lo conferma: «Licenziare non ci piace, questo deve essere chiaro e di questa storia non parliamo volentieri perché di certo non è uscita da noi - ha spiegato Valeria Zampieri, direttore delle risorse umane di Everel - Si è trattato di un provvedimento inevitabile dopo circa due anni di richiami e segnalazioni: questo ex dipendente aveva comunque una sua “storia disciplinare”: abbiamo tentato di salvaguardare il suo posto di lavoro e le sue competenze tecniche, ma non c’è stato nulla da fare». Nessun nuovo corso o caccia alle streghe, dunque, da parte dell’azienda che ha sede a Valeggio in via Cavour: «Da sempre siamo molto attenti a garantire l’equità, non si tratta di voler licenziare a tutti i costi o voler fare terrorismo, ma di sanzionare chi abusa di diritti sacrosanti. Come filosofia aziendale da sempre tuteliamo il singolo che incorre in problemi personali anche gravi, dall’altra parte siamo fermi nel contrastare gli abusi, e parlo anche di altri casi di malattia pretestuosa» continua la Zampieri.

«No, non c’è un nostro inasprimento ma degli atteggiamenti delle persone, che rendono obbligatorio intervenire - interviene per qualche battuta Cecilia Accampi, general manager - Quando il diritto non è vissuto come tale ma come qualcosa di cui abusare, un senso collettivo di giustizia deve riportare a viverlo in modo adeguato. Chi abusa dei diritti calpesta la res publica: fregare lo Stato vuol dire fregare tutti, e determinati abusi ledono i colleghi». Ma di che numeri parliamo alla Everel? «Premesso che il licenziamento è una prima fase passibile di eventuali ricorsi, per violazione della legge 104 confermiamo solo un caso. Abbiamo alzato le antenne su un certo numero di dipendenti che abusa di questa legge ma ad oggi questo è l’unico provvedimento concluso» ha puntualizzato il direttore delle risorse umane. Proviamo a chiedere ulteriori dettagli sulle specifiche violazioni dell’uomo, ma Everel su questo non risponde in quanto «lesivo della privacy dell’ex dipendente».

In questi due anni il dipendente licenziato si sarebbe assentato, comunicandolo anche il giorno prima come previsto dalla legge, sempre in prossimità di ponti, week-end, lunedì e altre ricorrenze. Permessi di cui aveva diritto in quanto familiare di una persona con disabilità ma, in base al licenziamento, ne avrebbe usufruito per fare tutt’altro e in modo recidivo. E sui mezzi utilizzati per verificare le violazioni, che si sono verificate tutte nel nostro territorio? Abbiamo saputo di investigatori privati e materiale video-fotografico a sostegno del licenziamento: «Capirete che sono dati davvero sensibili. Non diciamo nulla, solo che abbiamo utilizzato tutti i mezzi che la legge consente di utilizzare». Una battaglia senza sconti quella di Everel, che conta ben 180 dipendenti a Valeggio e 700 con gli stabilimenti di Romania e Germania. «Il messaggio a tutti loro è che l’azienda ritiene prioritaria la garanzia di equità di trattamento. Tanto andiamo incontro ai dipendenti per le loro esigenze, e non è una cosa comune, quanto l’abuso delle regole viene sanzionato» continua Valeria Zampieri. Chiediamo che reazione abbiano avuto i lavoratori: «Il mondo è vario. Mettere d’accordo tutti è impossibile.

Le devo dire però che alcuni gesti e segnali anche forti che l’azienda ha dato sono apprezzati - argomenta il direttore delle risorse umane - Se il lavoratore si assenta sistematicamente nei week-end, c’è qualcun altro che deve lavorare al suo posto». L’altra metà del cielo sono i sindacati: «Le posso dire che c’è una “silente comprensione” da parte loro. Tra l’altro io per prima, quando devo scendere in campo in maniera così forte, suggerisco al dipendente di farsi aiutare proprio dai sindacati. Credo che come aziende non si possa recriminare nulla. Ci sono tanti modi di licenziare le persone, ma noi crediamo nei nostri dipendenti e anche in queste fasi cerchiamo di essere “umani”. Il 99 per cento di loro sono persone eccezionali che cerchiamo di tenerci ben strette» conclude la Zampieri.

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