Ai Querni l’uomo che sussurrava ai conigli

Antenore Facincani ne ha allevati innumerevoli esemplari di razza per cinquant ’anni, arrivando persino a inventarne una nuova: il nostrano veneto

Ai Querni l’uomo che sussurrava ai conigli
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Antenore Facincani ne ha allevati innumerevoli esemplari di razza per cinquant ’anni, arrivando persino a inventarne una nuova: il nostrano veneto

Dopo l’amore per la moglie scomparsa l’anno scorso, con cui ha trascorso 59 anni e di cui dice con trasporto «Era la ragazza più bella di Rosegaferro», Antenore Facincani, 78 anni di Quaderni, la sua passione più grande, a cui ha dedicato cinquant’anni di cure e ricerche, è l’alle vamento di conigli. Non conigli qualsiasi ma le più belle razze esistenti al mondo. I nomi sono altisonanti e hanno un che di nobiliare: il gigante delle Fiandre, i cui esemplari, specifica Antenore, arrivano a pesare anche undici chili, l’ariete, caratterizzato dalle orecchie rivolte verso il basso, il fulvo di Borgogna o il blu di Vienna.

«L’ho sempre fatto per passione - racconta - Ho allevato la prima coppia di razza quando avevo otto anni, dei Nuova Zelanda bianchi. Da allora non ho più smesso. I miei conigli non andavano al macello, li crescevo solo per le mostre. Purtroppo nel 1997 ho dovuto smettere. Mia moglie si è ammalata e mi sono occupato di lei fino alla fine». Con gli esemplari di cui si occupava ha accumulato coppe e medaglie, vincendo più volte il primo premio alla mostra internazionale di coniglicoltura di Erba. «Era la più importante in Italia all’epoca - spiega Facincani - Quando vinsi la medaglia d’oro nel 1979, strinsi la mano anche al ministro Tommaso Morlino, che divenne poi anche presidente del Senato della repubblica».

La passione per gli animali in genere e per i conigli in particolare Antenore l’ha ereditata dalla zia Valeria, che faceva la contadina e ha sempre avuto le stalle e che, quando Antenore lavorava, spesso si occupava dei sui conigli in sua vece. Una volta la comune passione per i conigli giocò loro un brutto scherzo. «Da ragazzo, a 17 anni circa, ogni anno mettevo da parte un po’ di soldi per poter andare a comprare alla fiera annuale di Verona delle coppie di razza - ricorda Antenore - E tornavo sempre a casa felice, ma senza soldi. Mia zia mi sgridava e l’anno successivo volle accompagnarmi per tenere sotto controllo le mie spese. Mia zia però, altrettanto appassionata di conigli, non seppe resistere e ne comprò a sua volta, cosicché, spesa fino all’ultima lira, fummo costretti a tornare a casa in autostop».

D’altra parte l’intento con cui l’uomo si è dedicato ai piccoli mammiferi orecchiuti non è mai stato quello di arricchirsi, come ci tiene a precisare: «Nonostante venissero in molti da tutta Italia a vedere e talvolta acquistare i miei esemplari, sono sicuramente più i soldi che ho speso per partecipare alle esposizioni che quelli guadagnati, ma non mi è mai importato. Quando ho smesso ho regalato la gran parte dei miei animali a un altro appassionato che li allevava per le mostre».

Nell’allevamento del signor Facincani crescevano circa cento conigli l’anno e sono passate ventotto delle migliori razze selezionate. L’esperienza maturata da Antenore in una vita gli ha permesso di conoscere tutti i segreti di queste piccole creature, tanto che è persino arrivato a selezionare lui stesso una razza, insieme allo zoologo Maurizio Arduin: il nostrano veneto.