Un terzo filone di indagine sulle infiltrazioni della ’ndrangheta in provincia di Verona è pronto ad approdare in aula.
Venerdì mattina, 19 dicembre 2025, alle 9.30, nell’aula bunker del tribunale di Mestre, prenderà il via l’udienza preliminare che dovrà stabilire se aprire un nuovo processo, con un’attenzione particolare rivolta ai settori dell’edilizia e del movimento terra.
‘Ndrangheta a Verona, al via il terzo filone di indagine
Davanti al giudice compariranno 33 imputati, alcuni dei quali già condannati in via definitiva nell’ambito del processo “Isola Scaligera”.
Le accuse contestate sono numerose e di estrema gravità: dall’associazione di tipo mafioso, prevista dall’articolo 416 bis del Codice penale, fino ai reati in materia di armi e stupefacenti, riciclaggio, estorsioni e incendi dolosi. Secondo l’impianto accusatorio, gli affiliati avrebbero assunto il controllo di diverse aziende attraverso intimidazioni e minacce, svuotandole progressivamente dall’interno.
Al centro dell’inchiesta tornano gli esponenti della cosca crotonese Arena-Niscoscìa, che nel territorio scaligero avrebbero dato vita a una “locale”, formalmente legata alla struttura madre ma operativa in modo sostanzialmente autonomo.
Tra gli imputati figura anche Antonio Giardino, detto “Totareddu”, considerato il capo indiscusso dell’organizzazione e attualmente detenuto nel carcere di Opera, a Milano.
Il suo nome compare anche nel secondo filone dell’inchiesta, “Isola Scaligera 2”, già all’esame della Corte d’Assise di Verona.
Il comune di Verona si costituisce parte civile
Il Comune di Verona intende costituirsi parte civile anche in questo procedimento. Il sindaco Damiano Tommasi ha firmato il decreto che sarà depositato in Tribunale dal legale incaricato, confermando la linea già adottata dall’amministrazione comunale nei procedimenti penali legati alla criminalità organizzata.
La decisione si inserisce nel solco della mozione approvata all’unanimità dal Consiglio comunale il 20 giugno 2024, che impegna il Comune a costituirsi parte civile in tutti i processi per associazione per delinquere e associazione a delinquere di stampo mafioso, quando questi comportino gravi ricadute sulla comunità e sull’ordine pubblico. Un atto che punta a rafforzare, anche sul piano simbolico e istituzionale, il contrasto alla presenza mafiosa sul territorio veronese.
Le indagini recentemente concluse coinvolgono numerosi imputati già emersi nei precedenti filoni dell’inchiesta. I reati contestati spaziano dal traffico di droga e armi all’estorsione e al danneggiamento, fino alla frode fiscale, tutti aggravati dal metodo mafioso, con ramificazioni che interessano anche la provincia.
In vista della prima udienza del terzo troncone dell’inchiesta Isola Scaligera, in programma venerdì a Venezia, l’amministrazione si è attivata per formalizzare la costituzione di parte civile.
“Si tratta di una presa di distanza netta e di un segnale forte che la città di Verona intende dare rispetto ai comportamenti contestati”, sottolinea l’assessora alla Sicurezza Stefania Zivelonghi, evidenziando come lo sviluppo di questo nuovo filone confermi la complessità dei fenomeni criminali e la necessità di intensificare l’attività investigativa sul territorio.