Alla scoperta del mondo con Roberto Bragantini
Il 27enne di San Martino Buon Albergo in pochi anni è volato dall’Australia all’Irlanda, con poche risorse economiche e facendo sempre leva sul suo spirito di adattamento
«Di una città non apprezzi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda», scriveva Italo Calvino nelle sue «Città invisibili». La vocazione a viaggiare, lo spirito che spinge l’uomo a lasciare casa e famiglia per affrontare una nuova avventura, da solo o in compagnia, non sempre coincide con il semplice bisogno di una vacanza da tanti mesi di lavoro, ma spesso sottende a una questione più profonda, a un bisogno tutto privato.
La scoperta di Paesi e culture diverse
Come nel caso di Roberto Bragantini , ventisettenne di San Martino Buon Albergo, autore dei libri «Dalla parte dei sogni» e «Dalla parte dei sogni 2.0. Manuale per viaggiare con o senza soldi», entrambi disponibili su Amazon. «Arrivo da una complicata situazione familiare, fatta di traslochi e incomprensioni con i miei genitori. Viaggiare da solo è stata la mia personale soluzione alla ricerca di nuove radici, di una famiglia, di libertà», spiega oggi Roberto, che in pochi anni è volato dall’Australia all’Irlanda, facendo sempre leva sul suo spirito di adattamento: «Sono partito per trovare tesori di tutti i tipi: ho cercato di introdurmi all’interno delle culture, delle persone e delle esperienze che hanno segnato la loro vita. In ogni paese, anche se può essere difficile, bisognerebbe fare uno sforzo per capirne i valori che ne muovono ed equilibrano il sistema sociale, le credenze, gli organigrammi sociali, l’economia, la storia, la religione».
Alla scoperta del mondo con Roberto Bragantini
Viaggiare senza avere molti soldi
Il tutto senza poter attingere a grandi disponibilità economiche: «Nel mio libro spiego come si possa risparmiare e lavorare sodo per sopperire al bisogno di viaggiare, dal couchsurfing alla tenda montata in un giardino: bisogna smettere di considerare i soldi come una necessità perché diventano solo un mezzo di sostentamento per continuare a spostarsi e per gustare ogni giorno nuove culture, religioni e persone, paesaggi e opere d’arte che la natura ci dona». Magari scoprendo quanta generosità e accoglienza si celi dietro le persone: «Mi trovavo in Francia poco dopo l’attentato a Charlie Hebdo: ho racimolato un passaggio in auto da alcuni ragazzi marocchini. In un attimo mi hanno donato una banconota da 20 euro: non volevano che io pensassi che i terroristi fossero state persone della loro religione, ma che solo con l’amore si riesce a distruggere il male e i pregiudizi», ricorda Roberto, oggi alla prese con una nuova avventura, tutta italiana: «Viaggio per il Paese per intervistare storie di imprenditori, nell’ottica di valorizzare la cultura e le idee positive come modello per i giovani, interviste che poi ripropongo sul web. Sono stato segnato dall’esperienza alienante del lavoro in fabbrica e sento che, oltre i vincoli professionali, c’è qualcosa di più.
Sia per me che per gli altri».