Allarme cimice asiatica per l'agricoltura di Villafranca e Valeggio
Gli effetti sulle coltivazioni, spiegano da Confagricoltura, sono disastrosi

Gli effetti sulle coltivazioni, spiegano da Confagricoltura, sono disastrosi
C'è un nuovo pericolo per l'agricoltura veronese, in particolare per il Basso Veronese nelle aree di Villafranca, Valeggio e Soave: la cimice asiatica. Le colture maggiormente a rischio sono meli, peri e kiwi.
Gli effetti, spiegano da Confagricoltura, sono disastrosi dal momento che il tessuto dei frutti in formazione viene interamente succhiato, causandone la deformazione e la marcescenza. La cimice asiatica ha iniziato a colpire anche altri tipi di coltivazioni come i peperoni e le fragole. Il rischio maggiore è rappresentato dal fatto che questo insetto non ha antagonisti naturali, si riproduce velocemente e sverna nelle case e negli anfratti riparati.
Il timore è che si possa propagare velocemente nel resto del Veneto. La difesa chimica non è sufficiente, l'unica vera possibilità di lotta, attualmente, è coprire gli impianti con reti chiuse, modificando e ampliando le protezioni presenti contro la grandine, ma si tratta di un investimento molto impegnativo per aziende in affanno.
Una delle migliori possibilità per far fronte al fenomeno è la ricerca, in cui Confagricoltura è impegnata da tempo, sia con il sostegno alle biotecnologie che con la richiesta del rilancio dell'Istituto sperimentale di frutticoltura di San Floriano. «Una ricerca di prossimità per le aziende agricole, soprattutto dei comparti del vitivinicolo e della frutticoltura, è assolutamente indispensabile per conoscere quali siano le maggiori cure fitoterapiche per le colture», ricorda Paolo Ferrarese, presidente di Confagricoltura Verona.