Alpino esposto a uranio impoverito malato di leucemia, sarà risarcito dallo Stato
Il Tribunale ha riconosciuto il nesso causale tra la patologia e l’uranio impoverito con cui il 50enne, allora tenente alpino, era entrato in contatto durante una missione
Il Tribunale di Verona ha accolto il ricorso presentato dal tenente di fanteria alpino Sergio Cabigiosu, malato di leucemia mieloide cronica a causa dell'esposizione a vari cancerogeni, e ha condannato i Ministeri della Difesa e dell'Interno a riconoscerlo "vittima del dovere".
Ex militare malato di leucemia risarcito dallo Stato
Il Ministeri della Difesa e dell'Interno sono stati condannati dal Tribunale di Verona a riconoscere Sergio Cabigiosu come vittima del dovere. Per lui una speciale elargizione di 285mila euro e assegni vitalizi mensili di 2.100 euro.
Al 50enne tenente di fanteria alpina, residente a Negrar, è stata diagnostica una leucemia mieloide cronica a causa dell’esposizione a vari cancerogeni.
Da militare è stato impiegato in diverse missioni all’estero, anche operazioni di peacekeeping nei Balcani, durante le quali ha presto servizio in luoghi contaminati senza protezioni adeguate. Tra queste, l'operazione "Joint Forge" a Sarajevo (Bosnia) dal 12 febbraio al 3 luglio 2001, con l'incarico di Vice Comandante di Plotone.
La diagnosi durante una donazione di sangue
Cabigiosu ha scoperto la malattia a 44 anni, in occasione di una donazione di sangue, quando gli è stata diagnosticata la patologia asbesto-correlata che gli ha causato un danno biologico del 100%.
Per il riconoscimento dei benefici amianto, l'ex militare si è quindi rivolto all'Osservatorio Nazionale Amianto e al suo presidente, l'avvocato Ezio Bonanni, che ha presentato ricorso davanti al Tribunale di Verona, con sentenza definitiva il 10 luglio scorso.
Secondo l’Osservatorio Nazionale Amianto, sono più di 8.000 i malati e più di 400 i morti, solo per la contaminazione causata dall'uso di proiettili all’uranio impoverito.