Anna ne fa 53 in un minuto, la Usain Bolt del tortellino

Sulla soglia della pensione, da 27 anni annoda la specialità valeggiana

Anna ne fa 53 in un minuto, la Usain Bolt del tortellino
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Sulla soglia della pensione, da 27 anni annoda la specialità valeggiana

Ne annoda 53 in un minuto, calcolatrice alla mano uno in 1 secondo e una manciata di centesimi, piega i lembi di pasta e li trasforma in tortellini. Anna Brunati è la speed runner del tortellino, la Usain Bolt del nodo d’amore. In solisessanta secondi prendono forma la bellezza di 53 tortellini, schierati sulla candida tovaglia come soldatini pronti per andare in missione nel piatto. Dietro la velocità c’è una lunga storia, 27 anni di lavoro nel primo pastificio che aprì i battenti a Valeggio: il Re del Tortellino.

Anna vi entrò a 38 anni, oggi, a 65 anni è arrivata la pensione che non ha pensionato la sua passione: «Non ho mai detto sono stanca, il lavoro mi ha molto gratificata, non le so spiegare cosa fosse ma mi faceva stare bene, mi veniva spontaneo». La velocità da guinness nell’anno - dare quei quadratini di pasta di 2 cm la considera una conseguenza, contenuta in una sola disarmante ed eloquente definizione: «Mi piaceva». Annodare tortellini tutto il giorno non era monotono? «No. L’impiegata che fa le buste paga non fa sempre lo stesso lavoro? Lei ha sempre la penna in mano, si annoia?» Non soddisfatta della spiegazione che non fa una grinza come i suoi tortellini perfettamente lisci, aggiunge l’ingrediente segreto che ha insaporito i 27 anni di lavoro: «Prima lavoravo in casa, facevo le confezioni, ero da sola. Un giorno dopo averne parlato con mio marito, ho deciso di uscire. Nel pastificio non ho trovato solo un lavoro ma il confronto con le altre persone che ti porta a non vedere solo il tuo punto di vista ma anche quello degli altri, perché non è detto che quello che si pensa sia sempre giusto, o no?».

Non ci provo nemmeno a contraddirla, ha ragione su tutto il fronte. Fisico minuto, robuste passioni. Nativa di Pozzolengo in provincia di Brescia, a 21 anni sposa il valeggiano Mario Peretti– l’uo mo che risposerebbe ogni giorno- con lui annoda una storia matrimoniale che dura felicemente da 44 anni, dalle quale sono nate tre figlie. Unico rammarico, nessuna ha ereditato la passione per la cucina. Anna tempra da imprenditore, donna che guarda al domani con ottimismo e voglia di fare, vede nella nipotina Matilde di 10 anni un futuro da cuoca: «Le piace molto cucinare, mi manda i video delle pietanze che prepara, sarei pronta ad aprire con lei un’attività». Dopo tanti anni trascorsi a fare i tortellini non le sono venuti un pochino a noia? «Nemmeno un po', li faccio sempre anche a casa».

Si alza dalla sedia, apre un cassetto della cucina e fiera mi mostra il suo meccanico collaboratore: «Con questa rotella dentata ho tagliato km di pasta, prima si incide piano poi con una pressione più decisa, si crea una striscia, la si solleva senza staccare nessun rettangolo di pasta e poi si parte ad annodare i tortellini».

Davanti a tanta bravura non ho il coraggio di rivelarle che la mia è una cucina di sopravvivenza! Anna, velocista dei tortellini, campionessa nel far volare il tempo in sua compagnia: orgogliosa per aver contribuito con il suo lavoro al benessere della famiglia, di aver condiviso ogni scelta con il marito detto San Mario, -ha vissuto circondato da donnele tre figlie Alessandra, Roberta e Paola, che definisce il suo più bel pastificio, i nipoti Matilde e Pietro: «Ho fatto la quinta elementare, mi sarebbe piaciuto studiare – e lo dice con rammarico- quando i miei nipoti mi chiedono qualche cosa che non so, e li devo dirottare su Google, mi dispiace». Figli e nipoti non hanno bisogno di enciclopedie ma di esempi, mi permetto di dirle: «Beh sì, credo lei abbia ragione». Ma un rammarico si fa strada: «Nei 27 anni di pastificio l’unica cosa che mi è mancata, è stata il non potermi laccare le unghie, lo farò ora».

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