Appello di Cerchi di vita: «Dateci una casa»

Il referente dell’associazione di Valeggio, Dario Boschetto, fa leva sulla generosità dei valeggiani per rafforzare l’esperienza ora condivisa da una ventina di giovani

Appello di Cerchi di vita: «Dateci una casa»
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Il referente dell’associazione di Valeggio, Dario Boschetto, fa leva sulla generosità dei valeggiani per rafforzare l’esperienza ora condivisa da una ventina di giovani

Una casa per «Cerchi di vita». L’associazione nata a Valeggio tra parrocchia Grest, piazza e voglia di stare assieme, dove una ventina di ragazzi dai 15 ai 25 anni condividono esperienze di vita e di crescita personale, cerca un alloggio.

Dario Boschetto, formatore e ideatore di «Cerchi di Vita», con spiazzante candore mi chiede se Villafranca Week può accogliere questa richiesta. Giro di telefonate con la redazione, la risposta è affermativa. Tenete a mente queste parole: se chiedi le cose arrivano...

Lei chiede ai valeggiani che hanno un casolare anche da ristrutturare, di donarlo a voi, perché?

«Perché è nato il bisogno di  avere un luogo dove vivere, dove stare assieme, dove lavorare. Riconoscersi in un posto. E’ questo che sento di dover fare».

A cosa somiglierebbe, ad una comune, ad un centro sociale?

«A nessuno degli esempi citati. La casa sarà aperta ai ragazzi che hanno il bisogno di condividere di stare assieme. Ci saranno regole condivise. Il contesto di un casolare immerso nella natura, sarà  l’occasione per tornare in contatto con essa».

Non una comune o un centro sociale, più simile ad esempio a Fontana Fredda?

«No, Fontana Fredda è una comunità religiosa, noi siamo laici. Approfondire la spiritualità è un altro versante dal quale si arrivare a conosce se stessi e l’infinito».

Potrebbe inoltrare la richiesta  al Comune o alla chiesa?

«No, in quanto vogliamo essere indipendenti».

Ed è a questo punto che Boschetto mi parla di Provvidenza. Di fronte alla mia espressione di totale disincanto assesta un colpo alla perplessità. «La Provvidenza degli uomini arriva quando chiedi, basta chiedere». Lui ha chiesto a noi di Villafranca Week uno spazio e lo ha ottenuto. «Ci sono molte persone disposte a fare del bene ad aiutare, cercano solo l’occasione che sentono più vera e vicina a loro stessi. Persone alle quali arriva chiaramente che ciò che fai non è per te stesso, ma, il fine ultimo è la comunità, questo mi creda fa arrivare tanto. In più occasioni come associazione (aggiungendo una lista di esempi incontestabili) abbiamo vissuto l’esistenza dell’umana provvidenza. Scusi la domanda me lei è un prete mancato? «Anche no». La domanda per un istante lo spazientisce, segno che è umano. «Mi è già stata posta e sempre mi meraviglio. E’ solamente quello che ho scelto di fare e che sento di dover fare. I miei valori sono cristiani ma questo non c’entra, quello che conta è mettermi al servizio dei ragazzi».

Ricapitolando, Dario Boschetto chiede una casa in comodato d’uso o donata, un bene che non lo vedrà proprietario, particolare che sottolinea con vigore e un sorriso anticipando l’illazione che più o meno  maliziosamente potrebbe nascere. «Vivere con l’essenziale per me è normale e non è sinonimo di povertà». La casa come si manterrebbe? I miei calcoli a metà tra atteggiamento borghese e razionale realismo, trovano risposta. «Ospitando gruppi di ragazzi , scolaresche, scout; tenendo conferenze, incontri: sono diversi gli ambiti dove possiamo trovare risorse e risposte alla legittima domanda».

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