Arrestato un giovane di Peschiera con l'accusa di abusi sulla sorellina

A sollecitare la ragazzina a denunciare è stato l'altro fratello maggiore

Arrestato un giovane di Peschiera con l'accusa di abusi sulla sorellina
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A sollecitare la ragazzina a denunciare è stato l'altro fratello maggiore

Nella serata di ieri, 10 novembre, i Carabinieri della Stazione di Bardolino hanno dato esecuzione ad un ordine di carcerazione emesso dal Tribunale per i Minori di Venezia a carico di un 30enne originario di Peschiera del Garda, che deve scontare una condanna di 5 anni e 3 mesi di reclusione per violenza sessuale su minore.

La triste e brutta vicenda, che si riferisce agli anni 2002 - 2005, si sviluppa in un contesto familiare di particolare disagio, determinato da una carenza di controllo e sostegno alla famiglia da parte dei genitori, che non riuscirono a percepire la gravità degli eventi che si sono consumati tra le mura domestiche.

Tra fratello e sorella, all'epoca dei fatti rispettivamente di 15 e 6 anni, si innescò un rapporto morboso ben oltre l'ambiguità, sfociato nell'abuso sessuale. Rapporto che si è perpetuato per ben 3 anni.

Il ragazzino, ora 30enne, violò più volte la sorellina, approfittando della sua ingenuità e purezza d'animo. La bambina era infatti troppo giovane anche solo per immaginare cosa stesse per subire e il fratello maggore mascherava i suoi comportamenti come un "gioco", così lui li definiva.

Il tempo passava e nessuno pareva accorgersi di quanto accadeva. La bambina, diventata nel frattempo poco più che ragazzina, evidentemente turbata nell'inconscio, sviluppò anche disturbi alimentari come l'anoressia.

L'outing tuttavia avvenne solo nel 2011 quando un altro dei suoi fratelli, quello più grande, testimone involontario in passato di un abuso, sollecitò la ragazza a riferire delle violenze subite. Anch'egli è indirettamente vittima di quella squallida vicenda, poiché ha manifestato disagi per i quali si è reso necessario l'intervento dei servizi sociali.

Appresa la notizia, i militari dell'Arma di Bardolino si sono mossi con tempestività e con le cautele dovute per un caso così delicato, provvedendo su due fronti: garantire ogni tutela e massimo riserbo per la giovane ragazza e sviluppare un'attenta attività investigativa anche tecnica, supportata da specialisti, che si è conclusa con la trasmissione alla Procura dei Minori di un dettagliato rapporto. Da lì il rinvio a giudizio del ragazzo, il quale sembrava quasi non comprendere la gravità delle sue scellerate azioni. Ora quella persona si trova al carcere di Montorio.

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