Arrivano i primi 1000 "no" a Via Giorgio Almirante
Ben 1000 cittadini veronesi hanno sottoscritto la lettera consegnata al Prefetto

Arrivano i primi 1000 "no" a Via Giorgio Almirante.
Arrivano i primi 1000 "no" a Via Giorgio Almirante
Ben 1000 cittadini veronesi hanno sottoscritto la lettera consegnata lunedì scorso da "La città che sale" al Prefetto per evitare che venga intitolata la via a Giorgio Almirante. Soddisfazione da parte del presidente dell'associazione "La città che sale", Alberto Battaggia (foto) che commenta:
"Un risultato di grandissimo significato civico se pensiamo che la raccolta delle sottoscrizioni sul nostro blog lacittachesale.eu è iniziata solo tre giorni fa. Terremo aperta la pagina sul blog fino alla decisione del Prefetto. La città deve riflettere. Quale destra per il sistema politico? Secondo i responsabili dell’Associazione, la vicenda non esprime affatto una banale contrapposizione tra parti politiche avverse, come esponenti della maggioranza di Palazzo Barbieri hanno polemicamente sostenuto. Purtroppo la questione evidenzia un problema più grave, identitario, che riguarda una parte dello schieramento politico della destra italiana. In che senso? Il nostro paese ha bisogno di una cultura politica di destra europea, liberale, moderna, laica, rivolta al futuro non di anacronistiche ed illiberali nostalgie”. Alcuni continuano a giustificare la grottesca combinazione celebrativa insistendo sul tema della 'riconciliazione', dell' "odio da stemperare": Ma quale odio? Come possono riconciliarsi vittime e carnefici? Che senso ha? Lo avrebbe solo se i carnefici, ossia i fascisti, avessero chiesto o chiedessero scusa, rinnegando i loro errori e il loro passato, come aveva lodevolmente cercato di fare anni fa Gianfranco Fini, fondatore di An, definendo il fascismo 'il male assoluto' ma non mi sembra che questo processo sia poi avvenuto fino in fondo”.
Il no alle polemiche spicciole
Il presidente dell'associazione "La città che sale", Alberto Battaggia ha inoltre aggiunto:
“Sia ben chiaro che analoga, radicale presa di distanza va assunta nei confronti del comunismo staliniano. Il valore della libertà, il disprezzo delle tirannie deve valere a 360 gradi. Bisogna essere antifascisti per gli stessi motivi - stanno nella nostra Costituzione! - per il quale si è anticomunisti. Per fortuna furono le truppe angloamericane e non l’Armata rossa ad occupare il nostro Paese, altrimenti avremmo fatto la fine dell’Ungheria o della Bulgaria sovietizzate. La vicenda va sprovincializzata occorre riflettere: non si tratta di uno scivolone maldestro dovuto all'inesperienza: pensiamo ai cori della curva Sud, sempre minimizzati; al congresso della Santa Alleanza del marzo scorso; ai ridicoli tentativi di evidenziare 'le cose buone' di Mussolini...: a chi serve una destra del genere? Quale contributo può dare alla crescita di una società evoluta, operosa, moderna ed europea come quella veronese"? Verona ha ormai una immagine deformata a livello nazionale. Speriamo solo nazionale. Sì a Norma Cossetto. Ad esempio non avremmo avuto alcuna ostilità, anzi, avremmo appoggiato con convinzione il Comune, se la Giunta avesse proposto, come è stato vagheggiato , di intitolare una via ad un vera vittima come Norma Cossetto, vergognosamente e barbaramente uccisa dai partigiani comunisti del maresciallo Tito durante i tragici massacri delle Foibe”.
Ancor più alla luce di quanto accaduto, "La città che sale" ha intenzione di promuovere nelle prossime settimane un convegno dedicato al problema delle “due destre” nel sistema politico italiano.