L'assassino di Manuela Bailo ai domiciliari? Ma è possibile?
L'arma, il pericolo di fuga e l'infermità mentale: su questi elementi dovrà decidere il gip di Brescia.
Il giudice per le indagini preliminari di Brescia che sta seguendo il caso si pronuncerà martedì, 18 settembre 2018. Ma è tutto vero: Fabrizio Pasini assassino di Manuela Bailo ai domiciliari. E’ possibile. Nonostante l’eventualità abbia sconcertato tutti – e non è affatto detto, anzi, che andrà a finire così – almeno sulla carta i meccanismi del nostro ordinamento giudiziario non lo escludono. E comunque era scontato che la difesa dell’omicida lo chiedesse.
L’assassino di Manuela Bailo ai domiciliari
Certo nelle piazze reali e virtuali la reazione dell’opinione pubblica non poteva che essere di aperto sconvolgimento. Ma come? L’ex sindacalista Uil, sposato e con figli, ha ammazzato l’amante, l’ha seppellita in campagna, ha confessato e portato pure gli investigatori a ritrovare il cadavere e ora viene scarcerato? E che doveva fare, ancora?
L’arma, il pericolo di fuga e l’infermità
Eppure non sono solo questioni da azzeccagarbugli. L’arma con la quale la 35enne impiegata di nave è stata uccisa non è stata ancora ritrovata. E questo è un punto debole nell’inchiesta, perché Pasini continua a dire che non voleva uccidere, che è stato un incidente nonostante evidenze di una recisione della carotide con una lama. Poi c’è lo spettro dell’infermità mentale, asso nella manica neppure troppo velatamente nascosto di molte strategie difensive se non disperate, quasi. Infine il gip soppeserà se sussistono il rischio di fuga e di inquinamento delle prove.
Canton Mombello… arrivederci?
Si vedrà, insomma. Ma cavilli a parte, che l’assassino possa lasciare il carcere bresciano di Canton Mombello (dove attualmente si trova per l’applicazione delle misure cautelari detentive) resta agli occhi dei più sconcertante, soprattutto per chi ha vissuto anche emotivamente quelle angoscianti settimane dalla scomparsa della ragazza. Ad ogni modo, vicino alla sede Uil del capoluogo, in via Vantini, a breve sarà installata in memoria di Manuela una panchina rossa, simbolo della condanna contro i femminicidi.
LA CRONISTORIA DELLA VICENDA:
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daniele.pirola@netweek.it