Indagine

Blitz contro il movimento di estrema destra “Ultima Legione”, perquisizioni in provincia di Verona

Le indagini hanno permesso di individuare delle persone che, tramite le piattaforme di messaggistica digitale istigavano all’odio e all’uso della violenza.

Blitz contro il movimento di estrema destra “Ultima Legione”, perquisizioni in provincia di Verona
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Le indagini sono state dirette dalla Procura Distrettuale di L’Aquila e hanno permesso di individuare delle persone che, tramite le piattaforme di messaggistica digitale istigavano all’odio e all’uso della violenza. Perquisizioni anche in provincia di Verona.

Blitz contro il movimento di estrema destra



La Polizia di Stato ha eseguito 25 decreti di perquisizione in 18 province nei confronti di persone che appartengono al movimento politico “Ultima Legione”. Nello specifico le indagini sono state dirette dalla Procura Distrettuale di L’Aquila e coordinate a livello centrale dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione – Servizio per il contrasto dell’estremismo e del terrorismo interno.

Le investigazioni sono state condotte dai poliziotti della Digos della Questura di L’Aquila in collaborazione con le Digos di diverse città tra cui quelle di Verona, Vicenza e Venezia. Gli accertamenti di natura informatica vengono svolti con il coordinamento del Servizio Centrale delle Polizia Postale e delle Comunicazioni e sono tutt’ora in corso.

Le indagini sono iniziate nel 2019 su alcuni residenti nella Regione Abruzzo. Nello specifico agli appartenenti ad “Ultima Legione” viene contestata l’istigazione all’uso della violenza come metodo di lotta politica e inoltre alla diffusione online di materiale che incita all’odio ed alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi.

Perquisizioni in provincia di Verona

I fatti contestati traggono origine dalle dichiarazioni e anche dai documenti che sono stati diffusi online usando le piattaforme di messaggistica digitale WhatsApp e Telegram oltre ai social network Facebook e VKontakte (social network russo noto). Dall’attività investigativa è emerso come alcuni appartenenti si sono definiti apertamente “fascisti” e hanno denigrato i valori della Resistenza e della Costituzione.Le perquisizioni si sono svolta all’interno di 18 province tra cui Verona, Vicenza e Venezia.

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