Bonetto, è lui il «signore» dell’organo in Abbazia

Roberto è sempre stato molto devoto: «Siamo una famiglia legata al la chiesa e la passione per lo strumento è stata quasi una conseguenza»

Bonetto, è lui il «signore» dell’organo in Abbazia
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Roberto è sempre stato molto devoto: «Siamo una famiglia legata al la chiesa e la passione per lo strumento è stata quasi una conseguenza»

Uno dei personaggi più conosciuti a Isola della Scala è sicuramente il maestro Roberto Bonetto: da 27 anni è l’organista titolare dell’Abbazia, vero punto di riferimento religioso della comunità. Pochi sanno però che il maestro Bonetto insegna da molto tempo ed è abile concertista con esperienze uniche accanto ai grandi dell’organo. Bonetto è conosciuto come isolano ma in realtà ora è residente a Vigasio: «Sono nato 56 anni fa  qui a Isola della Scala - ci dice il maestro Bonetto - in quella che era la maternità dell’ospedale. A Vigasio ho la mia famiglia, la moglie Stefania Montresor e due figli: Giulio, di 25 anni, che condivide la passione per la musica e l’organo, e Pietro, di 18 anni».

La sua passione per la musica Bonetto la deve alla madre Maria Guerrato: «La mia famiglia ha sempre frequentato la chiesa e la passione per l’organo è stata quasi una conseguenza. Io ho anche frequentato il seminario a San Massimo di Verona, per il periodo delle scuole medie e il primo anno di superiori. Un periodo molto  importante per me. L’arrivo in Abbazia è legato alla frequentazione con il maestro Giorgio Benati, mio compagno di studi al conservatorio «Felice Dall’Abaco» di Verona.

Fu lui che, all’inizio, mi consigliò di accompagnare il coro che dirigeva. Successivamente, quando altri impegni lo allontanarono dall’Abbazia, monsignor Lino Beghini, abate negli anni ‘90,  mi propose di sostituirlo. Fu una gran bella soddisfazione per me». «Ricordo - prosegue Bonetto - le entrate degli abati che vennero dopo Beghini. L’arrivo di monsignor Ballarini, con il quale nacque una stretta amicizia che non si affievolì neppure quando  divenne abate di San Zeno a Verona. Importante per me fu anche l’arrivo dell’attuale abate don Roberto Bianchini». L’esperienza musicale più importante per il musicista isolano è stata sicuramente quella con Jean Guillou, uno dei concertisti più significativi a livello mondiale: «Con lui ho suonato in uno dei suoi ultimi e ambiziosi lavori, concepito per nove organi. E’ stato lui ad insegnarmi molto sull’approccio ad un certo tipo di musica e a permettermi di conoscere grandi organisti».

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