Caso "Patenti facili": i due indagati lasciano il carcere

Il tribunale del Riesame ha disposto la scarcerazione di Massimo Viscardi e di Dante Faccenda.

Caso "Patenti facili": i due indagati lasciano il carcere
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Caso "Patenti facili": i due indagati lasciano il carcere.

Faccenda e Viscardi lasciano il carcere

Il tribunale del Riesame di Venezia ha disposto, nella mattinata di mercoledì 9 gennaio, la scarcerazione di Massimo Viscardo Viscardi, 61enne funzionario della Motorizzazione Civile, e di Dante Faccenda, titolare di una serie di autoscuole della bassa veronese, ribaltando completamente le pesanti accuse di cui erano gravati.

Le motivazioni della scarcerazione

Per il 58enne legnaghese, che si è avvalso della difesa dell’avvocato Stefano Gomiero, il Tribunale veneziano ha disposto l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare. Non sono ancora state rese note le motivazioni del provvedimento di scarcerazione ma i giudici sembrerebbero aver accolto le tesi del lungo memoriale difensivo preparato dal legale di Faccenda. L’accusa, coordinata dal pm Marco Zenatelli, aveva posto l’imprenditore legnaghese al vertice di un’organizzazione che, avvalendosi della collaborazione di Viscardi, facilitava il superamento degli esami pratici e teorici dei propri candidati dietro il versamento di «bustarelle». La difesa di Faccenda ha puntato contro la presunta corruzione dimostrando l’anomalia dei versamenti di eventuali mazzette attraverso bonifici tracciabili. Il tutto avveniva nella massima trasparenza e in apparente buona fede. La difesa dell’imprenditore legnaghese ha inoltre messo in luce che, addirittura dal febbraio del 2018, il funzionario compiacente non aveva mai esaminato alcun cliente dell’Autoscuola Faccenda.

Disposta la scarcerazione dei due indagati

Elementi che evidentemente hanno convinto i giudici del Tribunale del Riesame che ieri hanno disposto la scarcerazione dei due indagati. Per Viscardi il Tribunale della Libertà ha annullato la parte di ordinanza relativa alla corruzione, confermando però le accuse meno gravi, e disponendone la sospensione di un anno dall’ufficio.

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