Ciclista di Caprino Veronese denunciato: ha fornito false generalità ai Carabinieri
Il 55enne ha confessato ai militari di non sopportare più le restrizioni, motivo per il quale aveva deciso di andare a farsi “una sgambata” sui monti.

Fornisce false generalità ai Carabinieri di Torri del Beneco: ciclista denunciato.
Voleva fare il furbo, ma gli è andata male
I carabinieri di Torri del Benaco, nell’ambito dei servizi per poter garantire l’osservanza delle prescrizioni ancora in vigore per contenere la diffusione del contagio da covid - 19 disposti dalla Compagnia di Caprino Veronese, hanno così denunciato un 55enne di Caprino Veronese, perché ha fornito false dichiarazioni sulla propria identità personale ai militari che lo stavano controllando. L’uomo, infatti, era stato fermato nel comune di San Zeno di Montagna a bordo della sua mountain bike in perfetta tenuta ciclistica mentre si dirigeva verso i percorsi fuoristrada che si dipartono da quel centro.
Era pure stizzito...
All’atto del controllo l’uomo si è mostrato infastidito ed ha asserito di non sopportare più le restrizioni che lo obbligavano a casa da settimane, motivo per il quale aveva deciso di andare a farsi “una sgambata” sui monti. I carabinieri di Torri del Benaco, pur comprendendo lo stato d’animo dell’uomo, non hanno potuto fare a meno di contestargli la violazione amministrativa delle norme imposte dall’art. 4 del D.L. 19 del 25 marzo 2020 in relazione al DPCM del 10 aprile e, all’atto della redazione del verbale, gli hanno chiesto di declinare le proprie generalità poiché non aveva al seguito documenti di identità, essendo in tenuta sportiva.
Controlli approfonditi: poi la confessione
Ultimata la compilazione del verbale, i dati forniti dall’uomo sono stati verificati presso la banca dati delle forze di polizia, ma proprio l’assoluta mancanza di comunicazioni riguardanti quel nominativo, compresa l’assenza della patente di guida, che invece l’uomo aveva sostenuto di possedere, ha insospettito gli operanti che hanno approfondito i controlli. Dopo alcuni minuti, compreso che si stava complicando la situazione, l’uomo ha confessato il suo vero nome. Ai militari, non è rimasto altro da fare se non, oltre alla sanzione amministrativa, contestare al predetto anche il più grave illecito penale e deferirlo alla Procura della Repubblica di Verona per la violazione dell’art. 495 c.p. (falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identità o su qualità personali proprie o di altri) che prevede la pena della reclusione da uno a sei anni.
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