Ciliegie danni fino al 100 per cento per le varietà precoci

Ciliegie danni fino al 100 per cento per le varietà precoci. L'allarme lanciato da Confagricoltura Verona: "E' un disastro".

Ciliegie danni fino al 100 per cento per le varietà precoci
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Ciliegie danni fino al 100 per cento per le varietà precoci

Ciliegie danni fino al 100 per cento: l'allarme di Confagricoltura Verona

La cerasicoltura veronese esce bastonata da questo maggio scandito dal freddo, dalle piogge e dalle grandinate. Confagricoltura Verona stima danni ingenti che possono arrivare al 100% di perdita delle ciliegie precoci, dovuto soprattutto al cracking, cioè alla spaccatura dei frutti.
“È un disastro, il meteo non ci sta dando tregua. Le ciliegie sono spaccate e impregnate d’acqua - spiega Francesca Aldegheri, referente del settore frutta di Confagricoltura Verona -. Oltre al danno, la beffa: bisogna anche raccoglierle per evitare malattie. Varietà come le Early star e le Early Biggy sono buone solo per la marmellata. Il guaio è che cominciamo a vedere danni, prodotti da questa pioggia che non cessa mai, anche sulle varietà medio tardive come le Grace e le Carmen: stimiamo che almeno il 10-15% possa andare perso. Anche chi ha gli alberi coperti dai teli ha danni, perché l’umidità è molto elevata e gli alberi sviluppano malattie funginee”.

Estate e caldo cercasi

La speranza è che nel mese di giugno arrivi finalmente l’estate, con sole e temperature calde:
“La raccolta delle varietà tardive dovrebbe iniziare ai primi di giugno e proseguire anche fino a
metà luglio in collina – sottolinea Aldegheri -. C’è quindi la possibilità di una ripresa che ci
consenta di non chiudere del tutto in rosso la stagione. Questo tempo non aiuta i consumi di frutta
estiva, ma ci auguriamo che con il caldo ripartano e che, date le scarse quantità, il prodotto venga
battuto a prezzi alti, come accadde l’anno scorso”.

I dati provinciali

La provincia di Verona vanta il 78% della superficie veneta coltivata a ciliegie, con 1.700 ettari
(dati 2018 di Veneto Agricoltura), seguita a notevole distanza da Vicenza (270 ettari) e Treviso
(140 ettari). Anche l’anno scorso l’annata era stata problematica a causa di malattie funginee e
insetti favoriti dall’alta piovosità primaverile, con una resa minore che aveva portato a un rialzo dei
prezzi medi fino a 2,06 euro al chilogrammo.

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