Cinque viti Tea a rischio dopo un atto vandalico
Il Ministro Lollobrigida che aveva partecipato alla piantumazione: "Vile atto vandalico che danneggia tutto il mondo agricolo. La nostra solidarietà ai ricercatori che continueranno con competenza il loro lavoro"

Nelle notte tra mercoledì 12 e giovedì 13 febbraio, un gruppo di vandali ha distrutto cinque viti Tea piantate dall'Università di Verona a San Floriano Valpolicella.
Viti Tea per resistere alla peronospora
Le piante facevano parte di dieci vigne realizzate con Tecnologie di evoluzione assistita, piantate in un campo di 250 metri quadri, inserite nel vigneto sperimentale della Facoltà di viticoltura dell'Università di Verona a Villa Lebrecht.
L'identità dei responsabili è ancora sconosciuta e si può solamente ipotizzare il movente, ma tutti gli indizi sembrano confermare la premeditazione. Di fatto, il vigneto è circondato da una rete metallica e può accedervi solo il personale autorizzato. Inoltre, è posto sotto sorveglianza 24 ore al giorno, ma i vandali erano preparati. Infatti, sembra che abbiano sfruttato la chiusura del centro sportivo adiacente per passare inosservati e, con gli strumenti adatti, si siano aperti un varco nella rete. L'atto vandalico ha colpito cinque piante Chardonnay Tea e cinque piante non modificate che servivano da confronto.
Non è la prima volta che accade, infatti già durante la notte tra il 20 e 21 giugno gli oppositori di questa tecnica avevano colpito delle piante di riso Tea a Pavia. Anche in quell'occasione la rete di protezione era stata tagliata per accedere alle piante di riso che poi sono state tagliate ed estirpate.
Possiamo ipotizzare che sia stata un azione di protesta degli oppositori Tea, i quali temendo un incremento della dipendenza degli agricoltori dalle multinazionali, temono la perdita di biodiversità. Di fatto, tre Ong (Centro Internazionale Crocevia, Associazione Rurale Italiana e Associazione di Base dei Consumatori) hanno fatto ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) per contestare la legge italiana che ha autorizzato le sperimentazioni, sostenendo che non rispetterebbe le normative europee sugli OGM.
L'indignazione dei ricercatori
Sara Zenoni, docente di Genetica Agraria dell'Università di Verona ha dichiarato:
"Le 5 piante Tea sono prodotte in serra, sono fragili, anche nel caso restino in vita hanno subito un forte stress che interferisce con il proseguo della sperimentazione. [...] potremmo mettere a dimora le piante Tea anche subito ma i tempi si allungano perché manca la vernalizzazione, i 6-7 mesi necessari per verificare la tenuta e la produzione delle gemme. Quanto accaduto ha sconvolto tutto il nostro team ma c’è la volontà di andare avanti, riprendere il lavoro”
Anche il Ministro dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, che aveva partecipato alla piantumazione, ha commentato l'accaduto in una nota diffusa dal ministero:
" Si tratta di un vile atto vandalico che danneggia tutto il mondo agricolo. La nostra solidarietà ai ricercatori, certo che continueranno con passione e competenza il loro lavoro. Se qualcuno teme l’innovazione, noi proseguiremo su questa strada per dare alla nostra agricoltura sempre più forza e strumenti per affrontare ogni criticità”
Il Senatore di Fratelli d'Italia, Luca De Carlo, ha commentato l'accaduto:
Quello di questa notte a Verona non è stato solo un attacco vigliacco, ma un danneggiamento gravissimo alla ricerca e al percorso intrapreso sulle TEA per produrre di più e meglio. La scorsa estate i danneggiamenti al riso, oggi quello alle viti: il progresso e la scienza a qualcuno fanno paura, ma la loro violenza non fermerà il cammino verso un'agricoltura migliore. L'attacco di questa notte è, se possibile, ancora più grave di quello del Pavese, perché nel caso di colture arboree come la vite la difficoltà di ottenere varietà TEA è molto più alta: colpire un campo di riso vuol dire buttare 5 anni di ricerca, in casi come questi parliamo di almeno due decenni. Tutta la mia solidarietà a chi ha investito e creduto in questo progetto, che sono certo potrà riprendere con ancora più forza. Da parte mia, assicuro il massimo sostegno possibile, e mi attiverò fin da subito con il Ministero dell'Ambiente per togliere l'obbligo di geo-localizzazione dei terreni destinati alle coltivazioni TEA: trasparenza e chiarezza sono fondamentali nella ricerca, ma non è accettabile che ci sia che le trasformi in uno strumento per arrecare danni alla collettività e fermare l'avanzamento di studi oggi più che mai indispensabili”.



