Circolare "Antilupi": nessun via libera alle uccisioni

La LAV aggiorna in merito alla questione che ha sollevato un grosso polverone.

Circolare "Antilupi": nessun via libera alle uccisioni
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La questione dei lupi continua a far discutere. Di loro parla il Piano conservazione e gestione del lupo presentato lo scorso 2 aprile da Sergio Costa, militare e ministro dell’Ambiente in quota Movimento 5 Stelle. “Non servono abbattimenti, ma una strategia”, ha ribadito il ministro, che ha cancellato il precedente provvedimento in cui si ipotizzavano eliminazioni selettive e che aveva scatenato le proteste degli ambientalisti. La disposizione è stata trasmessa per l’approvazione alla Conferenza Stato Regioni: restano tutte le misure per migliorare la convivenza coi lupi, puntando a preservare la specie e tutelare la biodiversità. Sarà in ogni caso fondamentale il monitoraggio operato dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale e saranno implementate azioni di concerto anche con il Ministero delle politiche agricole.

Però, una circolare inviata dal capo del gabinetto del ministero dell’interno  il prefetto Matteo Piantedosi, sembrerebbe cambiare di nuovo le carte in tavola.

E’ stata inviata solo alle province di Trento, Bolzano e alla regione Valle d’Aosta a firma del capo di Gabinetto Matteo Piantedosi e licenzia l’abbattimento selettivo “solo a condizione che sia stata verificata l’assenza di altre soluzioni praticabili”. Ma la decisione del Viminale è stata subito contestata dagli animalisti:

“I lupi non rappresentano un’emergenza di ordine pubblico”, ha subito sottolineato Enpa.

Ma ad intervenire c’è anche la LAV che sgonfia il caso delle ipotetiche uccisioni a Trento, Bolzano e in Valle d’Aosta, analizzando il contenuto della circolare.

Circolare “Antilupi”: nessun via libera alle uccisioni

“La circolare firmata dal capo di gabinetto del Ministero dell’Interno, non prevede alcuna possibilità di uccidere i lupi e non dice nulla di più di quello che già si sapeva dal 1997, è solo un contentino “raccatta consensi” per il Presidente della Provincia di Trento, Fugatti”.

Dopo la lettura del documento, la LAV sgonfia il caso sollevato sulla ipotetica apertura alle uccisioni dei lupi nelle Province di Trento e Bolzano e nella Regione Valle d’Aosta. I contenuti della circolare riportano infatti pedissequamente tutto ciò che la Direttiva Habitat già prevede in tema di deroghe al regime di protezione dei lupi e che il nostro Paese ha recepito fin dal 1997.

Se c’è una novità, questa riguarda le misure incruente di prevenzione sulle quali la circolare si sofferma precisando che sono sempre prioritarie e che riguardano le attività di monitoraggio, l’approfondimento delle situazioni di conflitto, gli interventi di messa in sicurezza degli allevamenti e di dissuasione dei lupi particolarmente confidenti.

La riaffermazione dello status quo

La circolare, che non è sottoscritta dal Ministro Salvini ma dal suo capo di gabinetto, appare quindi come una riaffermazione dello status quo per quanto riguarda le azioni di tutela del lupo, andando a ribadire ciò che è già riportato nel piano nazionale di gestione del lupo elaborato dal Ministero dell’Ambiente e depositato la scorsa settimana presso la Conferenza Stato-Regioni: le misure di prevenzione sono la priorità in qualsiasi contesto dove vive il lupo.

La Lav afferma che è “evidente che la circolare, richiesta con forza dal Presidente trentino Fugatti, è solo un atto formale, privo di contenuti che non siano già riportati nelle norme nazionali, un documento che ha chiaramente l’unico obiettivo di sostenere la solitaria crociata che Fugatti ha intrapreso contro i lupi al solo scopo di attrarre consenso politico. Tra gli argomenti ribaditi dalla circolare, vi è l’affermazione che la priorità deve essere data al ruolo della corretta informazione per scongiurare eccessivi allarmismi. Un tema che il Presidente Fugatti ha invece sempre sfruttato in senso diametralmente opposto, cercando con forza di fomentare le preoccupazioni dei suoi concittadini e azzerando le attività di divulgazione sulla presenza del lupo, organizzate dalla sua stessa amministrazione. Ora il Presidente della Provincia Autonoma di Trento, assieme al suo collega di Bolzano e al Presidente della Regione Valle d’Aosta, per rispettare le priorità indicate nella circolare, dovranno mettere velocemente in pratica le attività previste dall’azione III.6 del Piano Lupo che riguardano proprio la corretta comunicazione con tutti i portatori d’interesse. Ancora una volta i lupi vengono utilizzati con lo scopo di attrarre consenso politico a buon mercato, un’azione che non fa bene ai lupi ma nemmeno ai cittadini che vengono costantemente presi in giro da una politica incapace di farsi carico dei problemi e della loro soluzione nel rispetto delle norme nazionali ed europee”.

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