Chiusa l'indagine

Clonavano le patenti nautiche dei morti e le vendevano a 2mila euro l'una, 50 indagati: c'è anche un 69enne veronese

La Procura di Venezia ha concluso gli accertamenti con il deposito degli atti riguardo una maxi inchiesta per corruzione che ha avuto come centro la Capitaneria di Porto di Venezia

Clonavano le patenti nautiche dei morti e le vendevano a 2mila euro l'una, 50 indagati: c'è anche un 69enne veronese
Pubblicato:

La Procura di Venezia ha concluso gli accertamenti con il deposito degli atti riguardo una maxi inchiesta per corruzione portata avanti dai Carabinieri. Al centro delle indagini numerose patenti nautiche che sarebbero state comprate versando denaro a un luogotenente in servizio alla Capitaneria di Porto di Venezia. Si tratta di una procedura che di norma anticipa una richiesta di rinvio a giudizio. Tra gli indagati principali anche un intermediario veronese di 69 anni.

Chi è finito sotto indagine

Principale indagato, come riportato dal Gazzettino, è il 57enne Paolo Russo, di Zero Branco (Treviso), sottoufficiale del servizio patenti.

Insieme a lui, la pm Tavarnesi ha messo sotto accusa alcuni presunti intermediari: Giuseppe Di Napoli, 56 anni, di Martellago, il veronese Enrico Rodella, 69 anni, Massimo Fiorotto, 55 anni, di Treviso; Cristian Piran, 49 anni, di Codevigo (Padova) e Larrj Tavella, 48 anni, di Zero Branco. Tra gli indagati c'è anche un’altra dipendente della Capitaneria, Sarah Rafaschieri, 29 anni, di Ancona.

Altri 43 tra Venezia, Treviso, Padova, Rovigo e Udine, invece, sono finiti sotto accusa per corrotto i pubblici ufficiali. Tutti loro avranno possibilità di presentare memorie difensive o chiedere di essere interrogati. Alla Procura il compito di decidere se ci sono elementi per il processo per tutti.

Un meccanismo collaudato

Lo scorso novembre la Procura chiese e ottenne l'interdizione del luogotenente per sei mesi dall'esercizio del pubblico ufficio, con sequestro preventivo di 37.500 euro. Gli episodi risalgono tra il 2019 e il 2022: numerose persone ascoltate dagli investigatori, aggiunge il Gazzettino, hanno già ammesso di aver versato somme superiori ai 2mila euro per ottenere la patente nautica di cui non avevano i requisiti.

Il meccanismo ricostruito dai Carabinieri, che hanno avviato le indagini nel giugno 2022, era il seguente: il sottufficiale indicava ai richiedenti, tramite l’intermediario, il numero e la data di scadenza di una patente già esistente (intestata ad altre persone) di cui avrebbero dovuto denunciare lo smarrimento, per poi presentarsi allo sportello per chiedere e ottenere il rilascio di un duplicato grazie all’intervento del militare compiacente. In tutto questo avveniva la clonazione di documenti vecchissimi, spesso appartenenti a persone decedute.

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali