Emergenza Coronavirus

Coldiretti Verona: "Florovivaismo al minimo storico con fiori e piante da  buttare"

Impossibile prevedere che le imprese possano sopravvivere e poi riprendere ad investire

Coldiretti Verona: "Florovivaismo al minimo storico con fiori e piante da  buttare"
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Coldiretti Verona: "Florovivaismo al minimo storico con fiori e piante da buttare"

Coldiretti Verona: "Florovivaismo al minimo storico con fiori e piante da buttare"

Fiori recisi, alberi da frutto, ornamentali, viti, piantine da orto: un patrimonio verde di 1,6 miliardi di piantine messo in ginocchio dall’emergenza Coronavirus. Oltre alle perdite subite per lo stop di fiere internazionali del settore, l’export bloccato da un mese,  gli ordini saltati per il divieto di cerimonie, le vendite nei garden annullate, si aggiungono i costi di smaltimento dei prodotti da distruggere. L’attività ordinaria deve comunque continuare in contesto di crisi anche con 50mila dipendenti che devono preparare le coltivazioni per la prossima stagione oltre che a provvedere alla cura e manutenzione del verde urbano.

Azzeramento del fatturato

Coldiretti Veneto, al Tavolo Verde convocato oggi in Regione,  ha stimato un azzeramento totale del fatturato pari a 500milioni realizzato da 1500 aziende florovivaistiche regionali, oltre 200 delle quali nella provincia veronese.
"Con i ricavi in rosso in un periodo strategico come quello primaverile – precisa Daniele Salvagno, presidente di Coldiretti Veneto e Verona - è impossibile prevedere che le imprese possano sopravvivere e poi riprendere ad investire, ammodernarsi e dare ancora lavoro. Nonostante le prime misure introdotte dal Governo, il settore ha bisogno di interventi ad hoc per il ristoro dei danni con stanziamenti di risorse così da ampliare il ricorso agli ammortizzatori sociali". Coldiretti Verona rende noto, inoltre,  che a livello nazionale è intervenuta sul Decreto Ministeriale Cura Italia che in materia fiscale esclude le aziende con più di 2 milioni di reddito dalla sospensione dei versamenti in scadenza tra l’8 ed il 31  marzo. La questione interessa proprio gli imprenditori florovivaisti che hanno perso completamente la produzione nel momento più importante dell’anno.

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