Verona

Coronavirus Verona, il Comune chiede lo stop agli sfratti

Il Comune ha chiesto una moratoria degli sfratti fino al termine dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. E intanto arriva il sostegno alla cultura.

Coronavirus Verona, il Comune chiede lo stop agli sfratti
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Il Comune di Verona ha chiesto una moratoria degli sfratti fino al termine dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.

Coronavirus Verona, il Comune chiede lo stop agli sfratti

Il Comune di Verona ha chiesto una moratoria degli sfratti fino al termine dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. Vista l’eccezionalità del momento e le limitazioni imposte agli spostamenti delle persone, il sindaco Federico Sboarina ha firmato ieri, sabato 14 marzo 2020, una lettera per i presidenti di Tribunale, Ater e Agec in cui invita a valutare la sospensione delle procedure.
“Sono molte le esigenze dei cittadini che ci troviamo ad affrontare in questo momento di emergenza – spiega il sindaco Federico Sboarina –. La misura efficace è quella di restare a casa quindi mi sto preoccupando di contenere ogni tipo di spostamento. Nel caso degli sfratti, potrebbe generarsi un ulteriore problema di contenimento della popolazione, unito anche al fatto della difficoltà di trovare soluzioni alternative. Dobbiamo anche fare in modo che si limitino i nuovi contatti con nuove persone. In altre parola, la straordinarietà del momento, ci impone provvedimenti altrettanto straordinari a salvaguardia di tante famiglie, anche con minori e anziani, in grave fragilità sociale. La comunità veronese sta rispondendo bene alle limitazioni imposte ma, con una crescente attenzione da parte di tutti, possiamo fare ancora meglio. Stare a casa deve rappresentare per i cittadini una priorità indiscutibile”.

Intanto arriva il sostegno ai lavoratori della cultura

Anche il Comune ha aderito al documento, condiviso da tutti gli assessori alla Cultura dei capoluoghi veneti, a sostegno del mondo culturale e dei suoi lavoratori. Il testo, inviato al governo e ai presidenti delle Regioni, chiede che siano introdotte particolari misure a sostegno dei professionisti che lavorano nei servizi legati agli spettacoli dal vivo, alle arti visive, al cinema, ai musei e alla cultura in generale.
“Le misure per arginare la diffusione del Coronavirus – spiega l’assessore alla Cultura Francesca Briani – hanno previsto la totale sospensione delle attività culturali. Ma la cultura è un mondo che poggia su lavoratori con contratti atipici, freelance, lavoratori occasionali che, in questo momento, si trovano in grave difficoltà. Pertanto, c’è necessità che siano date risposte rapide per riuscire a far sopravvivere le tante realtà, anche piccole, che contribuiscono alla straordinaria ricchezza della nostra vita culturale. La cultura è una risorsa distintiva della nostra città, della regione e del Paese e come tale va tutelata”.

La richiesta dello stato di crisi del settore

Tra le proposte che anche gli assessori veneti hanno fatto proprie c’è la richiesta al governo di dichiarare lo stato di crisi per l’intero settore culturale, pubblico e privato, di estendere tutti gli strumenti disponibili per la tutela dell’occupazione previsti dallo stato di crisi, ed eventualmente di far accedere, per i prossimi mesi, i lavoratori dei settori culturali al reddito di cittadinanza. Inoltre, si chiede di intervenire sul sistema bancario affinché sospenda temporaneamente i pagamenti dei mutui, mentre si chiede allo Stato di destinare risorse straordinarie per compensare la caduta delle entrate da parte di enti, istituzioni e organizzazioni.
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