Corte Palazzina continua a vivere solo nei ricordi

Teresa Mengalli, che nell’edificio è nata, racconta: «Si lavorava con fatica nei campi, ma la vita aveva ritmi più umani, meno frenetici»

Corte Palazzina continua a vivere solo nei ricordi
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Teresa Mengalli, che nell’edificio è nata, racconta: «Si lavorava con fatica nei campi, ma la vita aveva ritmi più umani, meno frenetici»

Le corti contadine fino a buona parte del secolo scorso erano piccoli universi a sé stanti, abitate da più famiglie, che fra quelle poche mura vedevano svolgersi tutti gli eventi fondamentali della vita. L’anno era scandito dalle feste religiose e dai momenti del raccolto in un’epoca non molto lontana in cui la trebbiatura o la macellazione del maiale erano vere e proprie feste, soprattutto per i più piccoli. I tempi cambiano e ora il microcosmo che ogni corte rappresentava perdura solo nel ricordo di chi vi ha vissuto e parla della vita di allora con nostalgia. Un caso emblematico è quello di Corte Palazzina a Caselle di Sommacampagna, che un tempo ospitava la vivace presenza di ben tredici famiglie di contadini affittuari e che oggi si trova in un completo stato di abbandono, lasciata indietro dal mutare delle cose, fra i muri fatiscenti e imbrattati dai writer e la vegetazione che la avvolge allo stesso ritmo dell’oblio. 

«Qualche anno fa sono tornata a vederla perché ne avevo nostalgia, ma è una desolazione. Fra il passaggio dell’autostrada e l’ampliarsi dell’aeroporto che hanno occupato parte dei terreni di sua competenza, la corte si spopolò gradualmente. Le ultime famiglie se ne andarono alla fine degli anni ‘70 circa» racconta Teresa Mengalli, 67 anni, che inCorte Palazzina è nata. La desolazione del luogo, recentemente immortalata negli scatti che pubblichiamo, opere del gruppo di fotografi «Luoghi abbandonati», è purtroppo al momento destinata a rimanere tale. L’area è infatti soggetta a vincolo aeroportuale, come spiega il Comune di Sommacampagna: «Corte Palazzina si trova nella zona A di vincolo aeroportuale, che, sulla base della divisione in quattro livelli di vincolo dell’Enac, da A a D, è quella più vincolata e prevede l’inedificabilità per l’ambito residenziale. Prima del sopraggiungere del vincolo, tra la fine degli anni ‘90 e l’inizio del nuovo millennio, si era pensato di utilizzare lacorte per realizzare “La città del vino”, una struttura commerciale promozionale per i prodotti enologici del territorio, ma il vincolo ha bloccato il progetto». Per ora dunque della vita in Corte Palazzina rimangono solo fotografie sbiadite e i ricordi. «Quando i ragazzi non aiutavano nei campi, la domenica pomeriggio, si trovavano a giocare a tamburello e a calcio nel cortile. Io - ricorda ancora Teresa Mengalli - per la verità ci andavo raramente perché mio padre era molto severo».

E poi racconta di quando la moglie del castaldo convinceva i bambini ad estirpare le erbacce dal cortile prima che la padrona di casa, residente a Verona, venisse a ritirare gli affitti: «In cambio ci permetteva di seguire Carosello guardando la loro televisione, la prima ad essere arrivata nella corte, però senza farci entrare in casa, attraverso la finestra». Era una vita tutt’altro che semplice, fatta di lavoro duro, ma la signora Teresa la ricorda con emozione: «Si faceva fatica, pensi che quando avevo undici anni mi svegliavo presto per andare a mungere le mucche, ma la vita non era frenetica, aveva ritmi più umani».

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