Da Verona a Parigi di corsa per aiutare i malati di Sla

Questa la straordinaria impresa che proverà a portare a termine Fabrizio Amicabile.

Da Verona a Parigi di corsa per aiutare i malati di Sla
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Una sfida a fin di bene. Questo è quello che si è proposto il corridore Fabrizio Amicabile che, il 21 agosto, partirà da Verona per arrivare fino al cuore della Francia, Parigi. Tutto questo per aiutare, con i fondi che accumulerà con la corsa, i malati di Sla - Sclerosi laterale amiotrofica.

Tre anni fa l'impresa fino a Roma

Dopo la lunga maratona in solitaria, affrontata nel 2016 partendo da Peschiera del Garda per arrivare a Roma, città in cui quest’anno ha ricevuto la benedizione del nuovo progetto dal Papa, Fabrizio punta ora ad un nuovo obbiettivo lungo più di mille chilometri, col nobile intento di sensibilizzare quante più persone possibili sulla realtà dei malati di Sla. Un’impresa non facile che, oltre all’enorme distanza, porterà Amicabile ad affrontare di corsa tracciati impervi, come l’attraversamento della Alpi ad un altitudine di più 2500 metri. Sostengono l’impresa i Comuni di Verona, da cui avverrà la partenza, Peschiera del Garda, dove Amicabile vive, Ponti sul Mincio, sua città natale, e San Giovanni Lupatoto, sede del suo club sportivo Gsd Momboca. L’iniziativa è inoltre supportata dall’associazione Rotary club Peschiera e del Garda Veronese, insieme a molti altri enti e società private.

"Un grande esempio di solidarietà"

L’evento è stato presentato questa mattina in municipio dall’assessore allo Sport Filippo Rando. Presenti, oltre al corridore Fabrizio Amicabile, il presidente del Rotary club Peschiera e del Garda Veronese Alberto Coin, il presidente del Pantheon Club del Garda Paolo Scattolini e la responsabile marketing e comunicazione Valigeria Roncato Spa Francesca Revelant, fra i sostenitori del progetto. “Un’iniziativa straordinaria – afferma l’assessore Rando – che rappresenta un esempio importante di grande solidarietà e vicinanza verso chi è nella difficoltà. La sfida di Fabrizio, anche se ardua ed impegnativa, non punta a dimostrare doti o capacità sportive particolari, ma il desiderio di un uomo di aiutare, attraverso la corsa, i tanti malati di Sla e le loro famiglie”.

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