Dal campo di calcio alla cella
Il giovane calciatore del Villafranca che ha perso la testa distruggendo la casa della madre e aggredendo i carabinieri.

Il giovane calciatore del Villafranca che ha perso la testa distruggendo la casa della madre e aggredendo i carabinieri.
«Come se fosse impazzito», dicono alcuni testimoni. «Ha sempre avuto un carattere particolare e focoso», raccontano ex compagni di squadra. Quello che è successo a Castiglione ad un giovane calciatore ha fatto impensierire il mondo del calcio.
L'ex giocatore del Chievo Hanine Yonese per anni è stato una promessa del calcio nazionale, ma la sua carriera potrebbe essersi improvvisamente fermata lo scorso campionato. Hanine, ventisei anni molti dei quali passati sui campi di calcio a mettersi in mostra, tanto da arrivare ad avere un buon curriculum (Chievo, appunto, poi Ascoli e Crotone), si è sventolato da solo il cartellino rosso. Una condotta violenta che gli è costata una serie di denunce e la risoluzione del contratto dalla società in cui giocava (il Villafranca).
Il 26enne di origine marocchina è infatti stato condannato a un anno e dieci mesi di reclusione, oltre al pagamento di una multa da 300 euro, per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.
Il motivo: prima ha dato di matto, distruggendo l’abitazione dei genitori, poi ha preso a calci e pugni i Carabinieri allertati proprio dalla mamma del giovane. Una domenica di follia, innescata dalla richiesta di denaro per imprecisati motivi, che però preoccupano. Contanti che la madre del giovane si è rifiutata di dargli, trasformando Hanine in una furia capace di spaccare tutto in casa. Alla furia distruttiva ha assistito anche il padre, fermo su una carrozzina e quindi impotente.
Il 26enne è poi uscito di casa e la madre, terrorizzata, ha chiamato i carabinieri, che sono corsi sul posto ed hanno atteso il rientro del giovane. Alla vista dei militari, il 26enne ha perso nuovamente la testa e ha sferrato calci e pugni contro i militari, che sono dovuti ricorre alle cure del pronto soccorso.