Tragedia nel carcere di Montorio, a Verona, dove un detenuto di origini albanesi si è tolto la vita all’interno della sua cella. Il detenuto, in attesa di processo per maltrattamenti in famiglia, si è impiccato due giorni dopo che il Tribunale del Riesame aveva confermato la misura cautelare a suo carico, respingendo la richiesta di scarcerazione.

Detenuto si toglie la vita nel carcere di Montorio, è il terzo caso del 2025
Con questo episodio, sale a tre il numero dei suicidi registrati nel 2025 nel penitenziario veronese di Montorio, che già nel 2024 aveva contato quattro casi. A livello nazionale, il detenuto veronese rappresenta il 66° suicidio in carcere dall’inizio dell’anno, un dato che testimonia la gravità di una crisi strutturale del sistema penitenziario. Il dramma riporta al centro dell’attenzione la questione delle condizioni carcerarie in Italia, ormai da anni oggetto di denunce da parte di associazioni, avvocati e garanti dei detenuti.
Già a marzo scorso, due detenuti si erano tolti la vita nel giro di 48 ore, spingendo la Camera Penale di Verona a proclamare tre giornate di astensione dalle udienze per richiamare l’attenzione sulle condizioni di vita dietro le sbarre.
Tra le criticità più gravi segnalate dagli operatori e dai sindacati della polizia penitenziaria figurano il sovraffollamento delle celle, la carenza di personale, e la mancanza di percorsi rieducativi e lavorativi, elementi che rendono sempre più difficile garantire dignità, sicurezza e prevenzione all’interno delle strutture detentive italiane.
Un dramma silenzioso che continua a ripetersi, mettendo in luce le fragilità di un sistema che, come ricordano gli esperti, “non riesce più a essere rieducativo, ma solo punitivo”.