Diritti LGBTI in ospedale
Ridurre le disuguaglianze: l'Azienda ospedaliera di Verona coordina il progetto
Ridurre le disuguaglianze: l'Azienda ospedaliera di Verona coordina il progetto
Professionisti socio-sanitari e utenti di servizi sanitari concordano: le persone Lesbiche, Gay, Bisessuali, Trans e Intersessuali (LGBTI) incontrano diseguaglianze, barriere e discriminazioni quando accedono ai servizi sanitari. In arrivo un corso per ridurre le disuguaglianze.
L’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona è parte del Consorzio che ha un contratto con la UE per il periodo da aprile 2016 a marzo 2018 per lavorare sul progetto pilota Health4LGBTI assieme a ILGA-Europa, Università di Brighton (UK), l’Istituto Nazionale per la Salute Pubblica-Istituto Nazionale di Igiene (PL) e EuroHealthNet.
Ricercatori, esperti e attivisti per la salute delle persone LGBTI hanno condotto uno studio di revisione dello stato dell’arte in merito e 12 gruppi di discussione guidata (focus groups) in sei Stati Membri dell’Unione Europea (UE) nel contesto del progetto pilota Health4LGBTI finanziato da UE con lo scopo di comprendere meglio le specifiche diseguaglianze di salute incontrate dalle persone LGBTI e le barriere che i professionisti socio-sanitari trovano quando forniscono assistenza a questi gruppi di utenti.
I paesi che hanno partecipato allo studio sono: Belgio, Bulgaria, Italia, Lituania, Polonia, e Regno Unito. I risultati dello studio verranno utilizzati per sviluppare uno specifico corso di formazione per professionisti socio-sanitari.
Le storie e le esperienze condivise tra i partecipanti hanno rivelato un’ampia varietà di diseguaglianze e barriere in ambito sanitario
per persone LGBTI, indipendentemente dal fatto che la parità per le persone LGBTI sia parte dell’agenda politica o meno. Le persone LGBTI e i professionisti socio-sanitari coinvolti nel progetto hanno concluso quanto sia fondamentale e, quindi necessaria, una formazione sulla tematica LGBTI, per tutti coloro che lavorano in ambito socio-sanitario. Lo studio è parte di un progetto di 24 mesi, iniziato ad aprile 2016. E’ finanziato dal Parlamento Europeo e gestito dalla Commissione Europea che ha firmato un contratto con un Consorzio di organizzazioni ed università.
Lo studio ha rivelato che esistono lacune significative sull’argomento in ambito di ricerca scientifica. Per esempio, in merito alle persone trans e intersessuali risulta molto limitata la ricerca per comprendere meglio il loro profilo generale di salute, le loro esperienze, i bisogni di salute fisica e mentale, in relazione ai servizi forniti. Allo stesso modo, è necessaria ulteriore ricerca che adotti una prospettiva intersezionale sulle disparità di salute incontrate dalle persone LGBTI. Laddove esiste ricerca in merito, è dimostrato che vivere in aree rurali, essere migrante, rifugiato o persona richiedente asilo, avere un basso reddito, essere giovane o anziano e vivere con disabilità può contribuire alle diseguaglianze di salute per le persone LGBTI, oltre ad avere conseguenze riguardo l’accesso ai servizi sanitari.
I risultati dello studio e i riscontri raccolti dai focus groups relativamente ai bisogni formativi sono stati utilizzati per sviluppare un nuovo pacchetto formativo per i professionisti sociosanitari della UE. Questo pacchetto formativo modulare incrementerà le competenze dei professionisti socio-sanitari riguardo alla salute delle persone LGBTI, con lo scopo di contribuire ad affrontare le barriere e le diseguaglianze identificate.