Donne al sicuro nei locali pubblici, basterà chiedere al personale del locale: "C'è Luisa?"

Impero, Altro Impero, Olivo 1939 e La Costa in Bra sono le prime attività di Verona ad aderire all’iniziativa già sperimentata in molte città europee.

Donne al sicuro nei locali pubblici, basterà chiedere al personale del locale: "C'è Luisa?"
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Donne al sicuro nei locali pubblici, basterà chiedere al personale del locale: "C'è Luisa?".

Il progetto

Impero, Altro Impero, Olivo 1939 e La Costa in Bra sono i primi locali di Verona ad aderire al protocollo di sicurezza “C’è Luisa?”, il progetto che ha come obiettivo quello di aiutare le donne che all’interno di locali pubblici siano state infastidite o che temano di essere molestate. Ogni volta che al barista verrà fatta questa domanda, quindi, capirà ed allerterà dapprima il servizio di sicurezza del locale e poi se necessario le forze dell’ordine.

Il primo aderente a Verona è un uomo

Dopo la presentazione dell’adesione del Comune di Verona all’iniziativa, avvenuta la scorsa settimana nella Sala Arazzi di Palazzo Barbieri, Michael Cortelletti, titolare delle quattro storiche attività, ha da subito messo in campo tutte le risorse necessarie per poter entrare in questo circuito: «Al di là della retorica e di tutti i grandi discorsi sulla questione, credo che la cosa più importante per affrontare il problema sia mettere in atto quante più azioni pratiche siano in nostro possesso – ha spiegato Cortelletti – Credo che l’ospitalità sia un grande valore e con “C’è Luisa” rendiamo chiaro che essere ospitali significa anche avere un occhio di riguardo per chi è in difficoltà o pericolo».

La Svizzera è la mamma di questo progetto

La campagna è nata nella città svizzera di Winterthur nel cantone di Zurigo, dove la maggior parte dei locali notturni, bar, discoteche e club hanno aderito con entusiasmo a questa iniziativa. All’interno dei bagni delle donne degli adesivi ricordano questa domanda: “Se sei in pericolo chiedi se c’è Luisa”.

Germania, Gran Bretagna e Canada

L’iniziativa si è poi diffusa anche in Germania ed in Gran Bretagna. In Canada invece il codice per chiedere aiuto nelle discoteche è domandare al bartender il cocktail “Angelot”.

Il sistema di protezione parte in automatico

La necessità di avere un codice è molto importante per evitare alle donne lo stress di dover cercare aiuto, di pensare a come fare e come procedere. Con questa semplice domanda invece il sistema di protezione parte in automatico, senza inutile e pericolose perdite di tempo. Inoltre questa innocua domanda evita di attirare l’attenzione e di conseguenza che la situazione possa degenerare: «Il nostro staff, oltre ad essere informato sul funzionamento dell’iniziativa, è stato anche allertato su come affrontare la situazione e provvedere nel caso a tutelare la sicurezza della cliente in attesa dell’arrivo, eventualmente delle forze dell’ordine – ha concluso Cortelletti – La mia speranza è di vedere in ogni locale della nostra città gli adesivi e le vetrofanie di “c’è Luisa?” e poter dire un giorno che Verona è la città dell’amore e del rispetto dell’altra parte del cielo». Per info sull’iniziativa: www.celuisa.it.

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