Giallo a Montericco

Esplorando dimore abbandonate ragazzini trovano due anziani facoltosi mummificati

I coniugi potrebbero essere morti per un'intossicazione da monossido di carbonio: sul conto avevano quasi un milione di euro

Esplorando dimore abbandonate ragazzini trovano due anziani facoltosi mummificati
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Sabato 15 marzo 2025, tre giovani appassionati di urbex (l'esplorazione di edifici abbandonati) si sono introdotti in una villetta isolata a Montericco, nel Comune di Verona, e hanno rinvenuto i corpi di due anziani morti da diversi mesi.

Entrano in una villa abbandonata e trovano marito e moglie mummificati

A fare la macabra scoperta sono stati tre giovani appassionati di urbex, (abbreviazione di urban Exploration, esplorazione urbana): è un'attività che consiste nell'esplorare edifici, strutture e luoghi abbandonati, spesso con l'obiettivo di documentarne lo stato di degrado attraverso fotografie e video. Una delle regole fondamentali degli esploratori urbani è il principio del "take nothing but pictures, leave nothing but footprints" (non prendere nulla se non fotografie, non lasciare nulla se non impronte), per rispettare i luoghi visitati e non alterarne lo stato.

Sabato pomeriggio, i tre ragazzi avevano deciso di esplorare una villa signorile in Strada dei Monti a Montericco, che fosse disabitata. Ma una volta dentro, si sono trovati di fronte a una scena raccapricciante: i corpi mummificati di due anziani, morti da mesi.

Le vittime sono Marco Steffenoni, 75 anni, ex dentista con studio nel centro di Verona, e la moglie Maria Teresa Nizzola, 76 anni. Il corpo della 76enne è stato trovato su una poltrona davanti al camino, quello del marito al piano superiore, riverso sul pavimento della camera da letto. Sotto shock, i ragazzi hanno immediatamente allertato la polizia. Sul posto sono intervenuti una volante della questura, gli specialisti della Scientifica e il medico legale.

Morti da mesi: possibile intossicazione da monossido di carbonio

Dai primi rilievi, la morte dei coniugi risalirebbe a ottobre o novembre. Un dettaglio significativo emerge dalle bollette trovate in casa: l'ultima ricevuta pagata risale a ottobre, segno che da allora nessuno si era più occupato delle utenze.

La posta mai ritirata

L'ipotesi più accreditata è un'intossicazione da monossido di carbonio, probabilmente dovuta a un malfunzionamento del camino. Forse sono deceduti a poche ore di distanza l'uno dall'altro, senza possibilità di chiedere aiuto. Tuttavia, sarà l'autopsia disposta dalla procura a confermare le cause del decesso.

La casa era in ordine e non presentava segni di effrazione o rapina. Nessuna incursione, tranne quella dei tre giovani che hanno fatto la scoperta e ora potrebbero rischiare una denuncia per violazione di domicilio.

Una vita riservata

Marco Steffenoni si era laureato in Medicina e Chirurgia all'Università di Padova nel 1977, specializzandosi poi in odontoiatria. Per anni, aveva gestito il suo studio in via Cappello.

Steffenoni e la moglie conducevano una vita appartata. Possedevano ingenti risparmi (si parla di una somma vicina al milione di euro). Dopo il ritiro dalla professione, il dentista si era dedicato, insieme alla moglie, a un'azienda agricola e alla coltivazione di un uliveto nella loro proprietà.

La loro vita era così riservata che, nei mesi trascorsi dalla loro morte, nessuno aveva dato l'allarme. Nessun vicino, conoscente o parente ha segnalato la loro assenza, fino alla macabra scoperta fatta dai tre ragazzi.

Ora l'autopsia aiuterà a chiarire con certezza le cause della morte. Le indagini della questura di Verona proseguono per ricostruire gli ultimi mesi di vita della coppia e chiudere il cerchio su una vicenda tanto tragica quanto inquietante.

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