A Verona

Ex ultrà si finge malato per uscire dai domiciliari, beccato a lavorare come security a un evento in centro

Si tratta di un 52enne pluripregiudicato dal 1992 per il quale ora si sono aperte nuovamente le porte del carcere

Ex ultrà si finge malato per uscire dai domiciliari, beccato a lavorare come security a un evento in centro
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Per un ex ultrà, pluripregiudicato dal 1992, si sono riaperte le porte del carcere dopo che, negli ultimi giorni, è stato identificato a lavorare come addetto alla sicurezza in un evento organizzato in centro a Verona. Si sarebbe dovuto trovare agli arresti domiciliari, ma con la scusa di una finta malattia, di cui in passato è stato affetto, ha trovato modo di uscire dalla misura cautelare a cui era sottoposto.

Ex ultrà si finge malato per uscire dai domiciliari, beccato a lavorare in centro

È finito nuovamente in carcere un 52enne veronese che, poco più di un anno fa, era stato arrestato per i reati di estorsione e rapina. Grazie alle indagini condotte dalla Polizia di Stato, il pluripregiudicato è stato smascherato dopo aver tentato, più volte, di evadere dai domiciliari: il 52enne, infatti, ha finto di essere in gravi condizioni di salute, ma di nascosto lavorava come addetto alla sicurezza in pieno centro.

Pluripregiudicato dal 1992, dal 2003 ai domiciliari

Pluripregiudicato dal ’92, aveva a suo carico numerosi precedenti per truffa, rapina, estorsione, furto aggravato, violenza e minacce a pubblico ufficiale, spaccio di sostanze stupefacenti, calunnia, diffamazione e reati da stadio, per i quali era stato già daspato nel 2007.

Nel 2023, ancora, è stato condannato per i reati di estorsione e rapina: all’epoca dei fatti, il Tribunale di Milano ha disposto l’esecuzione della pena nei suoi confronti nel regime di detenzione domiciliare a causa delle gravi condizioni di salute da cui è risultato essere affetto e che richiedevano costanti contatti con i presidi sanitari territoriali. Proprio per questo, il 52enne è stato autorizzato ad allontanarsi dalla propria abitazione soltanto per motivi di salute e previa obbligatoria comunicazione alla Divisione Anticrimine della Questura di Verona.

La malattia si rivela una scusa

Ma la sua malattia si è rivelata più volte una scusa e, nell’ultimo mese, una vera e propria finzione. Già lo scorso anno, infatti, è stato ammonito dal Tribunale di Sorveglianza perché rintracciato dalla Polizia di Stato fuori dalla propria abitazione e senza essere stato autorizzato.

Due volte ancora, poi, era già stato smascherato dai poliziotti: dopo aver ricevuto una sua comunicazione in cui ha dichiarato di doversi recare in ospedale per una visita medica, gli agenti hanno poi accertato che in realtà, in quei giorni, non è stato sottoposto ad alcun controllo o terapia.

Beccato a lavorare in centro a Verona

Ma gli ultimi, più gravi, tentativi di ingannare la polizia sono stati sventati qualche giorno fa, quando il 52enne è stato riconosciuto da un poliziotto fuori servizio mentre indossava l’uniforme da addetto alla sicurezza di una ditta in occasione di un evento in centro città: anche in quell’occasione, ovviamente – come poi accertato dagli agenti della Divisione Anticrimine – l’allontanamento dalla sua abitazione non è risultato essere autorizzato né comunicato all’ufficio.

Le successive indagini condotte dai poliziotti hanno consentito di appurare non solo l’ennesima violazione delle prescrizioni impartite con la condanna, ma l’evidente aggravamento del suo profilo di pericolosità sociale: motivi per i quali il 52enne veronese è finito nuovamente in manette. Questa volta, dovrà scontare la sua pena in carcere.

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