Verona

Flash mob degli studenti davanti a Palazzo Barbieri: "Fateci studiare!"

Traguardi: “Fondamentale restituire agli universitari gli spazi di cui hanno bisogno, il comune si attivi”.

Flash mob degli studenti davanti a Palazzo Barbieri: "Fateci studiare!"
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Nasce il comitato “Fateci studiare!” per la riapertura delle sale studio.

Flash mob degli studenti

Un comitato composto da studenti universitari, per reclamare un diritto che non riguarda soltanto loro: quello di tornare a disporre di spazi adeguati per lo studio e la ricerca. È così che nasce “Fateci studiare!”, che ieri, sabato 6 febbraio 2021 ha organizzato un sit-in in piazza Bra, di fronte a palazzo Barbieri, sostenuto dal movimento civico Traguardi. Giacomo Pisani, studente di ingegneria dell’energia elettrica a Padova e coordinatore del comitato ha spiegato:

"La nostra è una protesta che nasce da un bisogno reale, che riguarda migliaia di persone nella nostra città ma sembra non interessare nessuno. È dall’inizio dell’emergenza Coronavirus che gli studenti, di ogni ordine e grado, sono scesi all’ultimo posto nella lista delle categorie da tutelare. Anche noi, come molti altri cittadini, abbiamo fatto sacrifici senza lamentarci e con responsabilità, ma ora che molti servizi hanno ripreso a funzionare, abbiamo il diritto di ricevere delle risposte".

Raccolta firme

Psidani ha poi spiegato:

"Verona, anche in forza della sua posizione, è una città popolata da migliaia di studenti, e solo una parte studia nell’Ateneo cittadino. Sono infatti moltissimi gli studenti fuori-sede iscritti a Milano, Trento, Padova, Bologna, Venezia e in molte altre città, che dall’inizio dell’emergenza sono stati costretti a tornare a casa in ambienti domestici spesso affollati dagli altri membri della famiglia. Non è facile affrontare una sessione di esami condividendo il tavolo con un fratello in DAD o un genitore in smartworking, e questo ha influito anche sulle prestazioni di studio di molti di noi . Per questo abbiamo lanciato una raccolta firme per chiedere al Comune di ripristinare l’apertura della Biblioteca Civica e di quelle di quartiere, o di trovare spazi di studio alternativi. Anche perché il problema non riguarda soltanto gli universitari: da quanto le biblioteche dell’Università di Verona hanno riaperto ai soli utenti istituzionali, sono moltissimi anche gli studenti delle superiori, o i lavoratori iscritti a master o corsi di formazione, che hanno un reale bisogno di spazi per studiare".

Diverse le proteste

Beatrice Verzè, vicepresidente di Traguardi, scesa in piazza per sostenere il sit-in ha affermato:

"Raccogliamo da mesi le proteste e le domande di tantissimi studenti sulla riapertura delle biblioteche, e abbiamo sempre risposto loro che, con responsabilità, bisogna pazientare. Ma ora che sia la normativa nazionale che quella regionale lo consentono, chiediamo che il Comune si attivi rapidamente per dare una risposta alle legittime richieste degli studenti. Le biblioteche e le aule studio non sono un capriccio, ma un bisogno reale per migliaia di studenti, universitari ma non solo, che non dispongono di spazi alternativi per studiare. Ma riaprirle può avere ricadute positive anche sull’economia delle zone limitrofe, dove sono presenti negozi, librerie ma anche bar e ristoranti, ora riaperti, che possono ripartire grazie al contributo dei tanti studenti veronesi e fuori sede che usufruiscono degli spazi per studiare".

Verzè ha concluso:

"Non chiediamo nulla che non sia in linea con le norme vigenti o con il rispetto di tutti i protocolli di sicurezza, ma se in altre città vicine come Bologna, Trento, Mantova e Venezia il servizio di studio e consultazione è ripartito, perché a Verona dobbiamo sempre arrivare per ultimi? Traguardi è a disposizione dell’Amministrazione per aiutare a trovare la soluzione migliore per tutti, ma è chiaro che a questo punto non si può più attendere. Forse per garantire turni più brevi e maggiori aperture sarebbe stato prezioso anche l’aiuto dei ragazzi del Servizio Civile impegnati ogni anno nelle nostre biblioteche. Peccato che quest’anno il Comune di Verona non abbia nemmeno partecipato al bando".

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