Fondazione Discanto un progetto sul management culturale
Corso gratuito per i giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni.
Fondazione Discanto presenta il progetto Hub del management culturale.
Corso gratuito promosso da Fondazione Discanto
Hub del Management Culturale è un progetto di Fondazione Discanto, sostenuto da Fondazione Cariverona, nato con lo scopo di avviare un innovativo percorso formativo sulle nuove logiche del management culturale, destinato ai giovani dai 20 ai 30 anni. La Fondazione ha coinvolto attivamente nel progetto cinque importanti Istituzioni Culturali, attraverso un partenariato di rete, quali: la Biblioteca Capitolare (Vr), il Museo diocesano Francesco Gonzaga (Mn), l’Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere (Vr), l'Eremo di San Giorgio di Bardolino (Vr) e la Pia Società Don Mazza con la proprietà di Villa Scopoli (Avesa).
Come partecipare al progetto
I professionisti di Fondazione Discanto, in collaborazione con altri esperti della rete, saranno i tutor che trasmetteranno il loro know how, rendendo i giovani partecipanti protagonisti attivi nello sviluppo di analisi, indagini, organizzazioni di eventi speciali e di progettazioni culturali e turistiche sostenibili; maturando così sul campo le competenze e le abilità manageriali. Le realtà partner, saranno oggetto di indagine e di sperimentazione, attraverso meeting e tavoli tecnici di concertazione, strategie volte alla loro miglior valorizzazione, fruizione, accessibilità e sostenibilità economico-finanziaria, tenendo anche conto dei migliori standard internazionali, con cui oggi, è necessario confrontarsi e adeguarsi. I grandi e radicali cambiamenti avvenuti negli ultimi anni, soprattutto con l'avvento dell'Unione Europea, impongono la formazione di nuove figure professionali, che siano in grado di costruire precise progettazioni, delineare adeguate strategie e dirigere con competenze manageriali. La rete è stata pensata come una sorta di incubatore d'impresa per i giovani che vogliono occuparsi di cultura e turismo, mettendosi in gioco, sperimentando, innovando, potendo così, rimanere competitivi, rispetto ai loro vicini colleghi europei. Possono partecipare alle selezioni giovani tra i 20 e i 30 anni di età che stanno concludendo un percorso di laurea triennale e/o magistrale in ambito preferibilmente umanistico, oppure che già hanno concluso il percorso scolastico, ma non hanno ancora trovato un impiego. Il termine ultimo per inviare la candidatura è il 18 marzo 2018. Saranno ammessi 20 partecipanti, che inizieranno le attività ad aprile 2018. Al termine del primo anno verrà chiesto ai partecipanti di realizzare uno studio di fattibilità riguardante la valorizzazione del patrimonio proprio di ogni singolo partner; tra i 20 ammessi in origine ne verranno selezionati 5, ai quali saranno poi assegnate delle borse di lavoro come sostegno economico per il percorso di tutoraggio on demand che si concluderà nel 2019.
L'intervista
La dottoressa Caterina Lorenzetti, responsabile e coordinatrice del progetto, spiega la necessità di un percorso formativo sul campo per le nuove generazioni: «Oggi è sempre più allarmante l'insostenibilità degli Enti culturali e turistici, anche e soprattutto, per l'incapacità e/o impossibilità di avere, al proprio interno, figure professionali eclettiche, che possano essere Manager culturali, progettisti strategici, con una conoscenza specifica delle nuove logiche di funzionamento dei beni e del patrimonio storico-culturale che si trovano a gestire. Chiunque possieda oggi un bene storico ha più problemi (economici, burocratici e così via.) che vantaggi. Inoltre, non è più possibile realizzare un progetto di recupero del bene, senza aver precedentemente realizzato un preciso progetto sostenibile. Troppo spesso si sono realizzate “cattedrali nel deserto”. Manca una visione d'insieme che possa permettere agli specialisti del settore (professori, curatori di mostre, critici d'arte, architetti, urbanisti, musicologi, operatori della didattica museale, storici dell'arte, guide turistiche, etc.) di poter operare nel miglior modo possibile. Mancano veri progettisti culturali che conoscano le logiche e gli strumenti dell'Unione Europea, dei Ministeri e delle Regioni, per reperire i finanziamenti necessari. Infine, vi è un totale smarrimento e, spesso, isolamento degli Enti, che faticano a far concretamente rete, per la mancanza di un ente coordinatore che abbia al proprio interno, figure preparate, nel conoscere e gestire le problematiche e le opportunità insite nei diversi mondi (degli enti pubblici, privati, diocesani). Le università, preposte alla formazione dei giovani, non hanno saputo adeguare i loro programmi rispetto alle conclamate esigenze del mercato del lavoro. I giovani escono quindi, dalle università, con una totale mancanza di conoscenza pratica dei contesti in cui dovrebbero andare ad operare. Per questo Fondazione Discanto farà da collante tra le esigenze delle Istituzioni culturali e quelle dei giovani, creando una sorta di bacino culturale sperimentale e innovativo in cui far crescere nuovi giovani futuri manager del turismo culturale.