Frecciarossa, in arrivo la stangata per i viaggiatori

Da febbraio abbonamenti più cari del 30%. Proteste anche dei viaggiatori che partono da Verona Porta Nuova

Frecciarossa, in arrivo la stangata per i viaggiatori
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Da febbraio abbonamenti più cari del 30%. Proteste anche dei viaggiatori che partono da Verona Porta Nuova

Stangata in vista per i tanti lavoratori che quotidianamente sono costretti a spostarsi con i treni Frecciarossa. Dovrebbe scattare a febbraio, infatti, l'aumento del costo degli abbonamenti di circa il 30% (si parla di abbonamenti che di punto in bianco possono arrivare a costare anche 100 euro in più rispetto a prima).

Immediatamente è montata la protesta anche da parte dei pendolari veronesi che dalla stazione di Verona Porta Nuova tutte le mattine si devono spostare per raggiungere Milano o Venezia. Una protesta dovuta anche all'insoddisfazione per il servizio offerto dalle Ferrovie dello Stato. All'aumento non corrisponde un servizio migliore, la scontistica delle promozioni riguarda orari che si conciliano poco con quelli dei pendolari e soprattutto alternative non ce ne sono. Frecciebianche e Regionali sono treni più economici, ma sono sempre di meno e anche in questo caso inseriti in orari poco utili a chi si deve spostare con regolarità per studio o per lavoro.

«L'aumento degli abbonamenti sulle Frecce è una scelta sbagliata da ricondurre direttamente all'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Mazzoncini - scrive il deputato veronese PD Vincenzo D'Arienzo - L'errore di fondo è nel suo piano industriale 2017-2026. Sono previsti da 94 miliardi di euro di investimenti su un periodo di 10 anni e di questi 23 miliardi sono previsti in autofinanziamento. Da qui una delle ragioni dell’aumento degli abbonamenti sulle Frecce. È un piano immaginifico che non tiene conto della sopportabilità degli investimenti scaricati sui pendolari. Il rischio è l’abbandono del treno con gravi ripercussioni per il trasporto pubblico e privato. È il dissanguamento dei viaggiatori. È impossibile che i lavoratori possano sopportare questi costi. Mazzoncini riduca le sue ambizioni, che fa pagare agli altri e riveda i suoi calcoli».

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