LA TESTIMONIANZA

Frode dei concimi scadenti, agricoltore di Sona: "E' capitato anche a me nel 2012"

Parla l'imprenditore Ermenegildo Giacomazzi, vittima di una situazione simile

Frode dei concimi scadenti, agricoltore di Sona: "E' capitato anche a me nel 2012"
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Facile fare affari col concime scadente… Questa la furbata di tre imprenditori veronesi che la Guardia di Finanza ha "stanato" la settimana scorsa. Insomma, compravano prodotti a basso costo dalla Cina, li rietichettavano facendoli sembrare chissà che e li rivendevano.

Peccato che in questi casi poi, gli agricoltori si trovano in genere a toccare con le loro stesse mani gli effetti del concime "tarocco": anzi, la mano poi devono metterla al portafogli piangente, in rosso con perdite per centinaia di migliaia di euro a causa di raccolti andati a male.

Dalla frode dei concimi scadenti oggi, al 2021

E infatti c'è chi, leggendo dell'operazione delle Fiamme gialle raccontata la settimana scorsa, ha avuto come un deja vu e ha strabuzzato gli occhi.

E' l'imprenditore agricolo Ermenegildo Giacomazzi di Sona, che già nel 2012 s'era ritrovato alle prese con una situazione del tutto simile, quella che definisce il "mistero" del concime "secca tutto".

"Dovetti estirpare tre ettari di frutteto - ha raccontato - Qualche giorno dopo aver dato quello che credevo fosse concime, le foglie iniziarono a insecchirsi (foto di copertina)".

All'epoca Giacomazzi sbattè contro il muro delle giustificazioni del rivenditore dal quale aveva acquistato il concime e dei pareri poco chiari di Regione e Ministero.

"I miei kiwi erano arrivati a maturazione e non ci si è posto il problema della sicurezza alimentare - ha aggiunto Giacomazzi - però altre aziende hanno subito disseccamenti sospetti e mai nessuno ha denunciato".

Se i colleghi non ebbero abbastanza coraggio, l'imprenditore di Sona invece, dopo quattro anni di braccio di ferro "burocratico", alla fine non ne potè più e presentò (era ormai il 2016) anche una denuncia penale, ma alla fine il caso venne archiviato per un vizio procedurale.

Tanta amarezza, insomma.

Per questo Giacomazzi plaude alla recente indagine coordinata dal pm Carlo Boranga, condotta dal Nas di Padova e dal nucleo PEF della Guardia di Finanza di Verona, e soprattutto allo schema fraudolento smascherato, finalizzato a importare illegalmente in Italia prodotti fitosanitari da Cina e Singapore, vendendoli poi come fertilizzanti e pesticidi biologici e organici utilizzando etichette false grazie a tipografie compiacenti.

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