Operazione Cyrano

Frode fiscale, tra i 26 indagati anche il presidente dell'Hellas Verona Maurizio Setti. La società: "Non abbiamo nulla da nascondere"

22 perquisizioni messe in atto dalla Guardia di Finanza. Il Club calcistico veronese: "Indagine su una società terza". Poi l'attacco di Setti: "Misura ormai colma: si è oltrepassato il limite della decenza"

Frode fiscale, tra i 26 indagati anche il presidente dell'Hellas Verona Maurizio Setti. La società: "Non abbiamo nulla da nascondere"
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Dall'alba di ieri, mercoledì 6 dicembre 2023, la Guardia di Finanza di Reggio Emilia ha messo in atto l'operazione Cyrano relativa a una frode fiscale da oltre 10 milioni di euro con utilizzo di fatture false. Più di 100 militari tra Fiamme Gialle e operatori della Polizia di Stato, su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia, diretta dal dott. Calogero Gaetano Paci, hanno eseguito un provvedimento di perquisizione e sequestro nei confronti di 22 società dislocate su tutto il territorio nazionale.

A finire sotto indagine sono stati in tutto 26 soggetti: tra questi ci sarebbe anche Maurizio Setti, presidente dell'Hellas Verona che milita in Serie A. Nell'arco della giornata, però, sono state pubblicate dalla società calcistica veronese due note stampa che hanno smentito le voci su un suo possibile coinvolgimento in questa maxi frode. Nella prima il Club ha specificato che nella loro sede non è stata fatta alcun tipo di perquisizione e che l'indagine è in corso verso una società terza, nella seconda, invece, c'è stata una dichiarazione da parte dello stesso patron Setti:

"La misura è ormai colma e si è oltrepassato il limite della decenza".

Ma vediamo, qui di seguito, il dettaglio dell'operazione della Guardia di Finanza e il chiarimento reso noto dall'Hellas.

Operazione Cyrano, frode fiscale da 10 milioni con fatture false

Nel corso della mattinata di ieri, mercoledì 6 dicembre 2023, la Guardia di Finanza di Reggio Emilia ha fatto sapere di aver messo in atto l'operazione Cyrano.

"L’indagine condotta dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Reggio Emilia e dalla Squadra Mobile della Questura di Reggio Emilia - si legge nella nota stampa - ha permesso di accertare la sussistenza di una società 'cartiera', con oggetto sociale dichiarato 'attività delle concessionarie pubblicitarie', costituita al solo scopo di emettere fatture per operazioni oggettivamente inesistenti, al fine di consentire ai beneficiari delle F.O.I. l’evasione delle imposte sui redditi e dell’iva".

Per tale ragione, dall'alba, circa 100 militari tra finanzieri e operatori di Polizia di Stato hanno dato esecuzione a un Decreto di perquisizione personale e locale e Informazione di garanzia emesso nei confronti di 26 persone fisiche e giuridiche, di cui 22 interessati anche da perquisizioni locali.

"Il provvedimento di perquisizione e sequestro odierno - aggiunge la nota stampa - è stato emesso dall’Autorità Giudiziaria nei confronti di 22 società utilizzatrici, dislocate su tutto il territorio nazionale e di altrettanti soggetti risultati essere nel tempo loro rappresentanti legali e/o amministratori ed attive in diverse attività d’impresa, alcune note sul mercato. Le persone giuridiche coinvolte nella frode sono società calcistiche, attive nella produzione di programmi televisivi e nei settori dei trasporti di merci, edilizio e meccanico in genere.

Al termine dell’attività d’indagine, è stato documentato (allo stato in via cautelare trattandosi di attività di indagine preliminare) come le 22 società interessate abbiano utilizzato, nelle rispettive dichiarazioni annuali ai fini dell’I.V.A. e delle Imposte dirette, fatture per operazioni inesistenti ricevute dalla società cartiera per oltre € 10.000.000,00. Nel corso delle operazioni - conclude la comunicazione della Finanza - si è provveduto a notificare, nei confronti di tutti gli 26 soggetti indagati, un’informazione di garanzia emessa dall’A.G. inquirente in ordine alla predetta ipotesi di reato.

In virtù del principio della presunzione di innocenza di cui all’art. 3 del D. Lgs. 188/2021, la colpevolezza dei soggetti sottoposti ad indagine in relazione alla vicenda giudiziaria sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna".

Sotto indagine Maurizio Setti, presidente dell'Hellas Verona

Come riferito dalla nota della Guardia di Finanza, le perquisizioni dell'operazione Cyrano sono state eseguite anche nei confronti di società calcistiche. Proprio tra i 26 indagati ci sarebbe anche il presidente dell'Hellas Verona, Maurizio Setti, a cui è stato consegnato l'avviso di garanzia da parte degli inquirenti.

La prima nota dell'Hellas: "Indagine su una società terza"

Non appena l'indagine della Guardia di Finanza ha avuto risonanza mediatica nazionale, la società calcistica Hellas Verona, intorno alle 13 del primo pomeriggio, ha voluto pubblicare sul suo sito ufficiale una nota stampa nella quale ha tenuto a spiegare la situazione nel dettaglio, smentendo le voci di un suo possibile coinvolgimento in questa frode fiscale:

"Hellas Verona FC precisa che la Guardia di Finanza sta effettuando un’indagine su una società terza e non sull’Hellas Verona. Non è stata effettuata alcuna perquisizione né nella sede né altrove.

Il Club - aggiunge la comunicazione - ha spontaneamente messo a disposizione le proprie risultanze contabili relative ai rapporti con detta società, che consistono nella ricezione di sole tre fatture relative al periodo di imposta di quattro anni fa e comunque di modesto importo.

La contestazione, si specifica ulteriormente in corso di verifica, potrebbe equivalere a circa 50.000 euro - conclude il comunicato - In ogni caso, si smentisce in maniera categorica che l’oggetto dei documenti fiscali richiesti attenga a contratti di sponsorizzazione, argomento di cui nessuno ha mai parlato".

Setti: "Misura ormai colma: si è oltrepassato il limite della decenza"

Nella mattinata di oggi, giovedì 7 dicembre 2023, invece, sempre sul sito dell'Hellas Verona è stato reso noto un secondo comunicato stampa che riporta invece un chiarimento del presidente Setti verso l'operazione per cui sarebbe stato indagato:

"La società Hellas Verona FC e il suo Presidente, Maurizio Setti, sono costretti a diffondere un nuovo comunicato perché 'la misura è ormai colma' e si è oltrepassato il limite della decenza.

In passato, la Società e il suo Presidente sono stati oggetto di iniziative giudiziarie, aventi ampia risonanza mediatica, che poi l’autorità giudiziaria, su istanza e ammissione degli stessi organi inquirenti, ha archiviato, accertandone la manifesta infondatezza, acclarata anche dalla Corte di cassazione.

Ma, ora, siamo in presenza di una plateale, incivile e rozza disinformazione e mistificazione della realtà. Da ieri, si vuole fare credere all’opinione pubblica, invocando addirittura sanzioni esemplari, che Hellas Verona e il suo Presidente siano i principali protagonisti di un unico disegno criminoso integrante una maxitruffa, in contratti di sponsorizzazione, per un valore di € 10 milioni. La verità è una sola ed è incontrovertibile: la Guardia di Finanza non ha eseguito perquisizioni e/o sequestri ai danni della Società e del suo Presidente.

Nella giornata di ieri, gli organi di Hellas Verona, non avendo nulla da nascondere, hanno spontaneamente consegnato ai funzionari della Guardia di Finanza, nucleo di Reggio Emilia, tre fatture, risalenti al 2019, che rientrano nel materiale oggetto di una indagine, promossa dalla Procura di Reggio Emilia, contro la società D.A.L. Worldwide Distribution. Quest’ultima società emise le tre fatture, per un totale di € 258.760,00, nei mesi di luglio e ottobre 2019. Hellas Verona le pagò regolarmente a fronte di lavori edili eseguiti.

Le tre citate fatture, nel tempo, non sono mai state contestate dall’Agenzia delle Entrate. E, nei mesi scorsi, erano state acquisite anche dalla Guardia di Finanza, nucleo di Verona, nell’ambito di un periodico e ordinario controllo fiscale. Alla Società e a Maurizio Setti, in ordine a dette tre fatture - supposte, secondo l’accusa, essere relative a operazioni inesistenti -, viene contestato - e qui si riporta testualmente, per evitare equivoci e fraintendimenti, quanto scritto dalla Procura di Reggio Emilia - per l’anno d’imposta 2019 'costi indeducibili' e 'IVA indebitamente detratta € 56.927,20'.

Hellas Verona e il suo Presidente dimostreranno, nelle sedi competenti, l’insussistenza dell’accusa. Tuttavia, fin d’ora, è evidente che accostare 'costi indeducibili' per lavori edili e indebita detrazione di IVA - per la modesta somma di € 56.927,20 - a una maxitruffa di € 10 milioni collegata a contratti di sponsorizzazione, individuando nella Società e in Maurizio Setti i protagonisti principali della vicenda, costituisce una squallida e incivile operazione mediatica, che mira a infangare l’onore, la reputazione e l’immagine di Hellas Verona, del suo Presidente e dei suoi tifosi.

La Società e il suo Presidente hanno già conferito mandato ai propri legali di fiducia di agire in ogni sede, penale e civile, contro coloro che, a vario titolo, in questi giorni, hanno contribuito o concorreranno alla canea mediatica, diffondendo notizie false, mistificando i fatti e travisando la realtà.

Infine, ma non da ultimo, ricordiamo quanto correttamente scritto ieri dalla stessa Guardia di Finanza nel suo comunicato: 'In virtù del principio della presunzione di innocenza […] la colpevolezza dei soggetti sottoposti ad indagine in relazione alla vicenda giudiziaria sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna'".

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