Gasparini, 44 anni a scuola! E’ tempo di pensione

I colleghi: «Quando abbiamo saputo ci siamo commossi. Per noi è stato una guida e un punto di riferimento disponibile e concreto»

Gasparini, 44 anni a scuola! E’ tempo di pensione
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I colleghi: «Quando abbiamo saputo ci siamo commossi. Per noi è stato una guida e un punto di riferimento disponibile e concreto»

Fabrizio Gasparini, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Cavalchini - Moro lascia la scuola per andare in pensione dopo 44 anni. Gasparini, 63 anni, villafranchese, ha concluso la sua carriera proprio nelle scuole in cui ha studiato da bambino, con, tra gli altri, il maestro Mario Vezza, che ricorda con affetto.

La pedagogia è sempre stata una passione di Gasparini, che ha iniziato ad insegnare come maestro delle scuole elementari a 19 anni, per poi arrivare nel 1993 a una laurea in pedagogia conseguita con 110, sempre ispirandosi al motto di Don Milani «I care», ovvero «mi importa, mi prendo cura». Sulla parete del suo ufficio si trova una foto del motto scattata proprio da lui nella scuola di Don Milani a Barbiana.

Questo è il principio ispiratore, poi segue molto altro, come spiega: «Nell’ambito dell’istruzione non si può mai pensare di aver finito, è fondamentale rimanere sempre aggiornati. Se ci si ferma si fa già un passo indietro. La società cambia rapidamente, i bambini di oggi sono esposti a molti più stimoli e pressioni. Di conseguenza la scuola deve cambiare le proprie proposte, pur mantenendo fermi alcuni aspetti imprescindibili: un insegnante non può lavorare se non costruisce alla base una relazione educativa con gli studenti, così come sono fondamentali i rapporti che si instaurano fra gli alunni, che danno loro un primo senso di comunità».

E sulla diversità fra il ruolo di insegnante e quello di dirigente precisa: «Ciò che non può mancare a un buon dirigente scolastico è la capacità di avere una visione d’insieme e il saper identificare le priorità, solo così riesce a procedere nel suo lavoro». E’ facile immaginare la grande responsabilità di gestire un istituto come il Cavalchini - Moro: circa 1900 alunni per un totale di 8 scuole, cosa che ne fa il secondo istituto scolastico per complessità nel veronese e l’undicesimo nel Veneto.

Sulle sue scuole Gasparini aggiunge: «Qui ci sono molte persone che fanno il proprio lavoro con passione. Sono convinto che siano buone scuole, e i numeri, con l’aumento degli iscritti di anno in anno, ce lo confermano. Spero che chi ricoprirà questo ruolo dopo di me sia soprattutto una persona motivata, perché di lavoro da fare ce n’è, e anche le possibilità di soddisfazione e crescita personale, culturale e professionale non mancano».

Alcuni colleghi raccontano che quando nel collegio docenti di aprile il dirigente scolastico ha annunciato di aver fatto domanda per il pensionamento, c’è stata una reazione profondamente commossa. «Lo conosco da una vita - spiega l’insegnante di lettere delle scuole medie Fiorenza Gallina - perché siamo entrambi villafranchesi e coetanei. Prima di tutto lo abbiamo conosciuto per la sua professionalità e serietà di insegnante. Di conseguenza, quando abbiamo saputo che sarebbe tornato a Villafranca nel ruolo di dirigente, lo abbiamo accolto con entusiasmo. E’ una persona collaborativa, disponibile, ma anche capace di andare al nocciolo della questione, con concretezza».

La collega di matematica, Claudia Troiani, chiosa: «E’ stato un un punto di riferimento, averlo come dirigente è stata una garanzia».

I collaboratori del dirigente per le medie, Ivo Mondini e Roberta Gasparini, hanno invece voluto sottolineare il suo occhio di riguardo alla pedagogia e l’attenzione alle esigenze dei ragazzi. Parla infine il collaboratore del dirigente Riccardo Benini: «Per me è stato una guida, perché è stato sia il mio maestro elementare, sia l’insegnante che mi ha fatto da tutor quando sono entrato di ruolo, ancor prima che dirigente, ruolo che ha svolto con particolare sapienza perché è un uomo di scuola e ha quindi un’esperienza che viene dal suo passato e va ben oltre quello che è strettamente il suo ruolo di dirigente. Questa esperienza gli ha permesso di affrontare le difficoltà e i problemi della scuola con concretezza e consapevolezza, ed è un aspetto che forse potrebbe mancare ai nuovi dirigenti».

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