Indagini in corso

Giallo sulla morte di Valentina Ruatti, psicologa veronese trovata senza vita nella sua casa a Roma

E' successo lo scorso lunedì 30 settembre 2024: si ipotizza un decesso per overdose. La 30enne aveva sul braccio l'ago di una siringa, trovato a terra un cucchiaino con presunte tracce di eroina. Ma la madre non crede a questa pista

Giallo sulla morte di Valentina Ruatti, psicologa veronese trovata senza vita nella sua casa a Roma
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Sulla morte improvvisa della psicologa Valentina Ruatti si è aperto un giallo. La 30enne originaria di Negrar di Valpolicella è stata trovata senza vita nella sua stanza a Roma. Al braccio aveva conficcato l'ago di una siringa, mentre a terra è stato rinvenuto un cucchiaino con presunte tracce di eroina.

Per gli inquirenti, questi elementi hanno fatto ipotizzare fin da subito a un decesso per overdose. Una pista a cui non crede la madre di Valentina, che ora si è affidata a un legale, convinta che la figlia non abbia mai fatto uso di stupefacenti. Sulla vicenda è stata aperta un'inchiesta.

Valentina Ruatti trovata morta in casa

Il tragico rinvenimento è avvenuto nella serata dello scorso 30 settembre 2024. A scoprire il corpo senza vita di Valentina Ruatti, psicologa 30enne, è stato il coinquilino, un signore di 60 anni, con la quale la veronese condivideva un appartamento in via Domenico De Dominicis.

Il 60enne ha trovato Valentina distesa sul suo letto, con infilato al braccio l’ago di una siringa e per terra un cucchiaino con presunte tracce di eroina. Accanto a lei c'era il cagnolino, rimasto in silenzio per due giorni, che vegliava sul corpo della 30enne. In base agli elementi repertati sul posto, la pista più accreditata secondo gli inquirenti sarebbe quella di un decesso per overdose, anche perché sul corpo non sono stati individuati segni di violenza.

La mamma non crede che Valentina si drogasse

Quest'ipotesi, tuttavia, non convince la mamma di Valentina, che ha deciso di rivolgersi a un legale affinché venga fatta giustizia. La madre, infatti, afferma non solo che la 30enne non ha mai avuto problemi con la droga, ma anche che non abbia fatto uso di stupefacenti in vita sua.

Sul decesso, comunque, sono tanti i punti da chiarire. In primo luogo quelli relativi a cosa sia successo nelle ultime ore di vita della psicologa veronese. Il pm Francesco Minisci ha aperto un’inchiesta e disposto l’autopsia sulla salma di Valentina. L'esame autoptico è fondamentale per capire se la 30enne fosse davvero tossicodipendente oppure no, un dettaglio che forse la giovane ha voluto nascondere alla sua famiglia.

Su questo aspetto, poi, c'è da chiarire da un lato il motivo per cui ha assunto eroina e da chi l'ha recuperata, dall'altro se ha fatto tutto per conto suo o se in quel momento fosse presente qualcuno insieme a lei. Per tutti gli accertamenti del caso, gli inquirenti hanno acquisito il cellulare e il computer della 30enne.

Pochi rapporti con il coinquilino

Valentina Ruatti viveva da un anno nella capitale e solo poche settimane fa aveva conseguito l'abilitazione da psicologa, certificazione per svolgere la sua professione. Con il coinquilino pare avesse un semplice rapporto di conoscenza e non di amicizia. I due condividevano l'appartamento, ognuno con la propria stanza, ma senza parlare più di tanto.

Un rapporto tale per cui il 60enne non si sarebbe badato di sapere cosa stesse accadendo a Valentina, che si è chiusa in stanza il 28 settembre senza farsi più sentire o vedere fino alla tragedia di due giorni dopo. Il coinquilino, tuttavia, non sapeva nemmeno che Valentina fosse in casa, dato che dalla sua camera non provenivano rumori, nemmeno dal cane. Solo la sera del 30 settembre ha bussato alla sua porta, ma non ricevendo risposta è entrato nella stanza trovandola senza vita.

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