Giardiniera da record per la «banda» delle conserve

Il gruppo di amici villafranchesi ha messo nei barattoli tre quintali di verdure

Giardiniera da record per la «banda» delle conserve
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Il gruppo di amici villafranchesi ha messo nei barattoli tre quintali di verdure

Tre quintali di verdure accuratamente tagliate con coltelli dalle lame ondulate, in modo che ogni pezzo possa essere, oltre che squisito, piacevole alla vista, troneggiano sui tavoli di corte Siena, a casa di Gemma Faccioli.

E’ sabato 30 settembre e dodici amici, raccolti nella vecchia cucina della corte contadina, lavorano dalle sei di mattina, prima dell’alba, per scegliere, lavare e preparare intere cassette di verdure necessarie a confezionare la giardiniera. Come sempre a fine settembre, da circa vent’anni, l’allegra compagnia si ritrova per preparare la conserva che garantirà sulle loro tavole saporiti contorni per tutto l’anno a venire. 

Il gruppo di amici è capitanato da quattro donne, tutte di Rosegaferrooltre a Gemma, che vive in località Siena, ma è originaria della frazione, ci sono Maria Rosa Cordioli, Luigina Garagna e  Bernardina Cordioli. Sono loro l’anima della tradizione che, appresa da mamme e nonne, si ripete ogni anno con l’inizio dell’autunno, coinvolgendo amiche e mobilitando mariti.

«Fino a qualche anno fa - ricorda Luigina - venivano ancora le nostre mamme a darci una mano. Mia madre Santa, allora novantenne, una volta riempiti i barattoli prendeva il secchio e andava nei campi qui intorno a raccogliere il radicchio di campo, che poi distribuiva a tutte».

Finiti i racconti tornano tutti intorno al tavolo a rimescolare le verdure perché poi finiscano nei vasetti in modo omogeneo. Cipolline, carote, finocchi, peperoni, fagiolini, cavolfiori e sedano tutti di provenienza locale. I peperoni per esempio sono di Vigasio e i cavolfiori di Valeggio. Poi, mentre gli uomini preparano i pentoloni in cui mettere i barattoli a bollire una volta riempiti, le donne allestiscono una vera e propria catena di montaggio domestica: c’è chi prepara il misto di acqua, aceto, sale e zucchero, chi riempie accuratamente i vasetti di vetro di verdure, chi vi versa sopra il liquido e chi sigilla i vasetti. 

Una giornata di lavoro intenso che, poiché condiviso, si fa lieve e divertente, fra battute e chiacchiere in compagnia. Una tradizione che però le donne temono andrà persa: «Nessuno dei nostri figli partecipa, quindi non c’è nessuno di giovane tra noi che possa portarla avanti di generazione in generazione come abbiamo fatto con le nostre nonne».

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