Verona

Giorgio Gioco, gli sarà intitolata la Sala Convegni della Gran Guardia

L'unanimità da parte del consiglio comunale sull'approvazione

Giorgio Gioco, gli sarà intitolata la Sala Convegni della Gran Guardia
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Giorgio Gioco, gli sarà intitolata la Sala Convegni della Gran Guardia.

Giorgio Gioco, gli sarà intitolata la Sala Convegni della Gran Guardia

Si era spento il 23 febbraio 2020, all'età di 94anni, Giorgio Gioco, il noto cuoco e poeta, conosciuto da tutti come l'anima del ristorante 12 Apostoli di Verona che aveva ereditato dal padre. Ora è giunta l'approvazione della mozione di intitolazione della Sala Convegni nel mezzanino della Gran Guardia a Giorgio Gioco. La mozione è stata illustrata durante l'ultima seduta del consiglio comunale che ha ottenuto l'apporvazione all'unanimità.

Il primo firmatario è Paola Bressan che ha affermato:

"Giorgio Gioco è noto a tutti come il cuoco poeta e il poeta cuoco. Era il patron del '12 Apostoli', è stato uno straordinarione indiscusso interprete della cultura e della tavola veneta. E' stao un grande esempio di veronesità che, attraverso la sua passione e conoscenza gastronomica ha portato la 'povera' cucina veronese ma anche quella italiana a livelli stellati, amalgamando tutto con poesia e arte. E' stato amico di poeti e giornalisti che con loro nel 1968 ha fondato il premio letterario '12 Apostoli' e 'Fondazione Barbarani'. Con quest'ultima nacque per onorare gli illustri Berto Barbarani, Dall'oca Bianca e Roberto Simoni. Questo a testimonianza di una sua filosofia di vita e quindi di grande passione nella cultura della cucina e della scultura. Giorgio Gioco è mancato il 23 febbraio 2019 all'età di 94 anni e proprio perché ha rappresentato lo spirito più alto della nostra veronesità, della nostra Verona in Italia e nel mondo, chiedo al consiglio, al sindaco e alla giunta di intitolare la sala convegni del mezzanino della Gran Guardia a questo illustre personaggio".

I ricordi dei consiglieri

Andrea Bacciga, consigliere comunale ha aggiunto:

"Intitolare una sala convegni a Giorgio Gioco credo che sia un'ottima idea perché Giorgio Gioco non è stato semplicemente un cuoco o uno chef, come si direbbe adesso, è stata la perfetta sinergia e sintonia tra il cibo e la cultura. Nel momento in cui si mangiava da lui, non solo si assaporavano i cibi ma si aveva il piacere di ascoltare la storia di quel cibo, da dove proveniva. Io ho avuto la fortuna di conoscere Giorgio Gioco, di andare a mangiare da lui, ristorante dove tutt'ora vado, che ha un patrimonio che credo che sia Italiano, mondiale e anche universale. Nel 1968, come ha detto Bressan, fu istituito il premio letterario omonimo, su idea di Gioco congiunta con Montanelli e Biagi. Gioco volle fare inoltre una cantina sotterranea e, scavando a proprie spese, trovarono quella che era una strada romana e si può vedere, ammirare e toccare quello che è un tempio romano all'interno del ristorante. Cultura unica, cibo e ben venga una sala dedicata a Giorgio Gioco".

Stefano Vallani ha inoltre aggiunto:

"Ritengo che la proposta sia interessante perché tutti noi abbiamo avuto modo di apprezzare la figura di Giorgio Gioco, non solamente per l'esperienza all'interno del ristorante, luogo storico e dove sono passate personalità di tutto il mondo nel periodo di conduzione del ristorante di famiglia ma anche perché ha saputo valorizzare la cultura di Verona, non solo attraverso il cibo ma anche con il premio da lui istituito. Ricordiamo Giorgio Gioco per la sua capacità di cantare Verona attraverso i poeti vernacolari. Il suo impegno forte per ricordare la poesia nel suo dialetto veronese e il suo impegno, assieme ad altri illustri cittadini, per fare in modo che la statua di Berto Barbarani fosse situata nel posto più storico che è Piazza Erbe. Trovo la proposto condivisibile".

Il consigliere Alberto Bozza ha voluto ricordare lo chef affermando:

"Io ho avuto la fortuna di poter conoscere Giorgio Gioco, ho potuto apprezzarne la capacità e le doti umane, quelle di cuoco e anche soprattutto quelle di artista poeta, che ha scritto importanti pagine della storia veronese. Famoso a Verona ma non solo, anche in tutto il mondo grazie alla sua capacità artistica di chef, di cuoco e di scrittore poeta. Penso che un'iniziativa importante come questa, un personaggio veronese doc che ha fatto le pagine della storia di Verona, forse avrebbe meritato un approfondimento e confronto politico da tutte le parti del consiglio comuanale, con il coinvolgimento delle associazioni della nostra società civile e veronese che hanno collaborato con Giorgio Gioco in tutti questi anni, cercando di capire, ad esempio, se la piazza o la via, una parte della città piuttosto che una sala della Gran Guardia fosse più opportuno, anche aspettando del tempo in più, anche avviando un procedimento di riconoscimento alla memoria di Giorgio Gioco quale uomo ma soprattutto anche come artista di cucina e letteratura piuttosto che di poesia. Ritengo che sia un modo per svilire un po' la figura di Giorgio Gioco come uomo di cultura e della storia veronese. Forse meritava una riflessione maggiore, da discutere in Commissione Cultura".

Il consigliere Daniela Drudi ha affermato:

"Sono favorevole anch'io per rendere onore al grande Giorgio Gioco, in effetti visto che lui è un illustre, assieme a coloro che hanno delle vie intitolate, potrebbe essere ideale intitolargli una via, che potrebbe essere la stessa piazzetta Campidoglio dove ha sempre vissuto e dove ha fondato il ristorante. E' vero che le intitolazioni vengono esaminate dopo 10 anni dalla morte ma so che c'è una legge del 27 che per meriti eccelsi pone in deroga anche questo discorso. Si potrebbe intitolare prima dei 10 anni una piazza a Giorgio Gioco".

Il consigliere Alessandro Gennari ha aggiunto:

"Ho avuto l'onore nel mio piccolo di contribuire professionalmente alla rinascita del nuovo corso del 12 Apostoli e devo dire che è un posto magico, che tra le sue mura sente il passaggio delle personalità dei decenni trascorsi. Il ristorante è stato uno dei 9 ristoranti che ha avuto la doppia stella Michelin el '69, perdendola negli anni '80 e nell'anno scorso ne ha riottenuta una. Non posso che essere favorevole, volevo porre in essere una riflessione che, come amministratori potrebbe essere questa: abbiamo perso un baluardo della cucina veronese che però rinasce con le generazioni che lo succedono. Uno dei valori della nostra cultura risiede in ciò che mangiamo. Giorgio Gioco era l'uomo della 'Verona in bocca', sia come poesia che come cibo, ogni volta che apre un 'patatinaro' in centro storiche, che va ad abbassare la cultura del cibo della nostra città, un pezzo della cultura va perso. Oggi il centro storico è inondato di queste cose, forse dovrebmmo tornare sui nostri passi e dare valore ai quattro sassi".

Il consigliere Michele Bertacco ha aggiunto:

"Si può dire che Giorgio Gioco aveva l'arguzia di usare le parole veronesi, oltre al suo percorso che non è solo come chef ma di vera cultura perché ha portato alcuni piatti della tradizione veronese a livello nazionale e internazionale. E' riuscito a far arrivare a Verona delle grandi personalità. Bisogna dire che è sempre stata una persona attiva fino all'ultimo periodo della sua vita con la capacità di promuovere Verona nel mondo. Trovare fin da subito un sala pubblica del Comune di Verona penso che possa dare un segnale di attenzione e di riconoscimento dando tanto al peaese, mantenendo il suo tratto di semplicità e di confronto con qualsiasi persona".

Marta Vanzetto ha ricordato inoltre la sua inziativa:

"Oltre all'iniziativa e alla proposta che l'amministrazione ha accolto nel ricordare Giorgio Gioco con la premiazione di uno studente come miglior cuoco del futuro, venga ricordato attraverso l'intitolazione di una sala. E' stato un personaggio che verrà ricordato per il gran carisma e la capacità istrionica di affascinare non solo in cucina ma anche con la sua poesia. Io spero che questo tipo di intitolazione sortisca il suo effetto e quindi che possa mantenere vivo il ricordo di Giorgio Gioco non solo con una premiazione annuale ma ogni volta che ci sarà un evento e una manifestazione in Gran Guardia".

Paola Bressan ha poi concluso affermado:

"Prima di protocollare la mozione, ho condiviso questa proposta con la famiglia, ho parlato con il figlio Antonio Gioco e non è nata questa cosa per caso la scelta. Per lui è stata una sorpresa perché un amico intermediario ha fatto la proposta. Ho portato a lui la mozione facendo una sorpresa gradita. E' stato felicissimo della proposta ed è stato molto contento del luogo scelto perché è una sala usata molto spesso e sarà modo per le persone di ricordare spesso Gioco, è una sala legata alla cultura e questo ha fatto molto piacere. Con la famiglia ho condiviso assieme la scelta, da subito abbiamo scartato piazze e vie dato che occorrono 10 anni dalla morte e quindi considerato questo aspetto, venivano meno molte possibilità, l'idea della Gran Guardia è giunta dato che la Gran Guardia non ha nessuna sala intitolata, è la prima persone illustre di Verona che viene menzionata all'interno della Gran Guardia in una sala di pregio. Vi ringrazio da parte loro della condivisione di questa sera perché loro sono rimasti senza parole, vi ringrazio fin d'ora da parte loro".

 

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