Giornata in memoria delle vittime Covid, minuto di silenzio in Piazza Bra
Sboarina: "Difficile trattenere l'emozione, perché si ritorna esattamente ad un anno fa".
Un minuto di silenzio anche in Piazza Bra, davanti alla scalinata di palazzo Barbieri in ricordo delle vittime del Coronavirus.
Giornata in memoria delle vittime Covid
Bandiere a mezz’asta, un minuto di silenzio e il suono di una tromba. Così Verona questa mattina, ha ricordato le vittime del Coronavirus.
Oggi, giovedì 18 marzo, in tutta Italia si celebra infatti la prima giornata nazionale in memoria delle vittime del Coronavirus. Una commemorazione sostenuta dal presidente dell'Anci Antionio De Caro e che ha trovato la massima condivisione del Parlamento.
Proprio questa mattina, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha promulgato la legge approvata ieri dal Parlamento che istituisce la ‘Giornata nazionale in memoria di tutte le vittime dell’epidemia da Coronavirus’ che verrà celebrata il 18 marzo di ogni anno.
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Minuto di silenzio
Non è la prima volta che Verona si ferma un minuto per ricordare chi non è riuscito a sconfiggere il virus. Era il 31 marzo dell'anno scorso quando, in una piazza Bra completamente deserta e in pieno lockdown, c'era solo il sindaco Federico Sboarina a rappresentare l'intera comunità veronese nell'omaggio alle vittime che ha accomunato tutto il Paese.
Questa mattina, davanti al municipio, c'erano i rappresentanti delle principali istituzioni che da più di un anno ormai sono in prima linea per combattere la pandemia. Insieme al sindaco c'erano il Prefetto Donato Cafagna, il presidente della Provincia Manuel Scalzotto, il rettore dell'Università Pier Francesco Nocini, il direttore generala dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata Callisto Marco Bravi e il direttore dei Servizi socio sanitari dell'Ulss 9 Scaligera Raffaele Grottola.
Ad accompagnare il momento solenne, le note del silenzio del maestro Piergiorgio Rossetti, direttore del gruppo bandistico Arrigo Boito di San Michele.
Poco più di un anno fa, Verona registrava i primi due casi positivi al Coronavirus. Era il 1° marzo 2021. I giorni e le settimane seguenti hanno visto l'impennata esponenziale dei contagi, fino al picco del 21 marzo, in cui, con 170 nuovi positivi nelle 24 ore precedenti, è stato raggiunto il maggior incremento registrato a Verona durante la prima ondata della pandemia.
Giornate difficili e angoscianti per tutti, per le famiglie delle vittime, e per tutti i veronesi che stavano combattendo la propria battaglia contro il Covid.
Il 30 marzo, sirene e lampeggianti dei mezzi della Polizia locale hanno suonato davanti all'ospedale di Borgo Roma per un grande abbraccio simbolico di tutti i veronesi a medici, infermieri e personale sanitario, per lo straordinario sforzo a cui sono stati chiamati.
Difficile trattenere l'emozione
Non nasconde l'emozione il sindaco di Verona, Federico Sboarina, nel ripercorrere con la mente le immagini di un anno fa, purtroppo non molto diverse da quelle di oggi. Il primo cittadino ha affermato:
"Difficile trattenere l'emozione, perché si ritorna esattamente ad un anno fa. Da allora sono state centinaia le vittime del Covid, e la cerimonia di oggi vuol essere un omaggio alla perdita di tanti cari che spesso non hanno potuto nemmeno dare l'ultimo saluto ai propri familiari. Un momento di raccoglimento con il pensiero a chi non c'è più. Ma dopo un anno in cui siamo tutti davvero stanchi e provati, vorrei che questa fosse anche l'occasione per raccogliere le nostre forze e arrivare in fondo alla pandemia".
Scalzotto ha concluso:
"È un segno di rispetto per tutti i nostri concittadini venuti a mancare nella pandemia e a tutte le famiglie che hanno vissuto il più brutto dei lutti. Una ricorrenza che da oggi celebreremo ogni anno, perchè questa pandemia lascia in ciascuno di noi un segno che non potrà mai cancellare".