In ospedale a Verona

Giustizia solo per i casi recenti: e le altre piccole vittime del citrobacter?

La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per 7 medici e infermieri. Ma solo relativamente ai casi più recenti. Ci si domanda, ora, se si farà chiarezza anche sugli altri decessi avvenuti prima del 2020...

Giustizia solo per i casi recenti: e le altre piccole vittime del citrobacter?
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Tra il 2018 e il 2020 l'ospedale della donna e del bambino di Verona è stato travolto da un nemico invisibile: il citrobacter. E a farne le spese sono stati i più piccoli pazienti, i neonati. La giustizia ha fatto il suo corso e ha mandato a processo gli imputati, 7 tra medici e infermieri. Ma solo relativi ai casi più recenti, quelli che risalgono al 2020. E ora i genitori degli altri piccoli deceduti o rimasti invalidi chiedono che si faccia chiarezza anche per loro...

Giustizia solo per i casi recenti: e le altre piccole vittime del citrobacter?

Per contestualizzare la tragedia che ha letteralmente travolto l'ospedale della donna e del bambino di Verona si deve tornare indietro di diversi anni, tra il 2018 e il 2020. Oggi, rivolgendo lo sguardo oltre gli anni del Covid, sembra davvero passata un'eternità.

E' come guardare attraverso una lente che allontana, per certi versi, la realtà e ne rende sfumati i contorni. Tanto che anche per i genitori che hanno perso i propri figli per una semplice infezione batterica, questa prospettiva rappresenta un'altra ferita. Una ferita che non potrà mai rimarginarsi.

Nemmeno la giustizia, infatti, al momento potrà fare chiarezza sull'accaduto, su quei primi casi datati, come detto, nel 2018, nelle prime fasi di diffusione del batterio. Le indagini appena chiuse hanno riguardato solo i casi più recenti, quelli che si collocano nella finestra temporale tra il 22 febbraio e il 30 maggio del 2020.

I primi mesi dell'anno, di quell'anno che poi è stato segnato irrimediabilmente e tragicamente anche dalla diffusione del Covid. Anche in Italia. Ma nell'ospedale della donna di Verona, nel reparto di Terapia intensiva neonatale e pediratrica per essere più precisi, un altro nemico invisibile aveva già travolto la vita di alcune famiglie, colpendo i più deboli e indifesi: i neonati.

Si trattava, come si è accertato in seguito, del batterio citrobacter che si era annidato in un rubinetto dell'acqua utilizzato dal personale della Terapia intensive e pure nei biberon. I danni erano stati tragici, incalcolabili. Quattro bimbi erano morti, un centinaio erano quelli contagiati, nove quelli rimasti disabili con danni irreversibili anche al cervello.

Ora, ed è questa la novità, le indagini sono chiuse e la Procura ha chiesto il processo (rinvio a giudizio) di sette tra medici e infermieri indagati. Le accuse sono pesantissime, si parla ovviamente di omicidio colposo e lesioni gravissime.

Quanto è facile dedurre dopo la chiusura delle indagini è la percezione che tali decessi, così come i danni irreparabili ai bimbi, potessero essere evitati. Secondo i tecnici, insomma, forse si sarebbe potuto intervenire prima.

Ma tornando alle indagini appena concluse, lo dicevamo, giustizia è fatta ma solo per i casi più recenti. Le denunce erano infatti state presentate dai genitori di quattro neonati morti, di un centinaio di contagiati e di nove bimbi rimasti disabili.

Ma sono solo due i casi per i quali gli operatori sanitari risultano imputabili, quelli che rientrano, come riporta l'Ansa, nella "fase tre" anche detta "tardiva" della diffusione del batterio killer nel reparto di Terapia intensiva dell'ospedale.

Proprio in quella fase così delicata, infatti, si è accertato che non si tennero delle riunioni del Comitato infezioni, e nemmeno fu esercitata alcuna sorveglianza attiva attraverso il monitoraggio ambientale. In quel lasso temporale si sono verificate una morte, una malformazione e altre due infezioni.

Citrobacter: cosa sono e dove si trovano i batteri killer

(Fonte Istituto superiore di Sanità)

Al genere Citrobacter appartengono batteri che si possono trovare ovunque nell'ambiente (ubiquitari), incluse le acque, e negli alimenti.

Sono, inoltre, un normale componente della flora batterica intestinale. Possono causare infezioni in persone deboli (patogeni opportunisti) quali neonati (in particolare quelli prematuri), anziani e individui immunocompromessi.

In questi soggetti possono causare infezioni del tratto urinario, delle vie respiratorie, delle ferite, delle ossa (osteomielite), del peritoneo, dell'endocardio, meningite e sepsi. Le tre specie principali che causano infezioni gravi nell'uomo sono C. freundii, C. koseri e C. braakii.

La maggior parte di queste infezioni sono acquisite in ospedale (infezioni nosocomiali), tuttavia, data la diffusione del batterio, ci si può infettare anche al di fuori dell'ospedale. Le più frequenti modalità di trasmissione sono: attraverso l'ingestione di alimenti contaminati, da madre al figlio durante il parto, contatto diretto da persona a persona, contatto con superfici o oggetti contaminati.

In ambito ospedaliero la trasmissione può avvenire anche tramite:

  • contatto con gli operatori sanitari, soprattutto attraverso le mani se non correttamente lavate e disinfettate
  • contatto indiretto mediante oggetti o superfici contaminati (sia strumenti diagnostici che oggetti e superfici comuni)

Citrobacter: i sintomi

I disturbi causati dalle infezioni da Citrobacter sono strettamente legati all'organo colpito:

  • arrossamento, gonfiore, dolore localizzato e pus, nelle infezioni cutanee e in quelle profonde come l'osteomielite
  • febbre elevata, difficoltà respiratoria, tosse, espettorato, debolezza (astenia) e decadimento delle condizioni generali, nelle polmoniti
  • difficoltà a urinare, stimolo frequente (pollachiuria), urgenza a urinare, dolore mentre si urina (stranguria), dolore nella regione pelvica e lombare, sangue nell'urina (ematuria), urina purulenta, febbre, nelle infezioni urinarie
  • febbre superiore a 38°C, senso di malessere generale, dolori muscolari, brividi e confusione, nelle sepsi
  • abbassamento della pressione sanguigna, in caso di aggravamento della sepsi e shock settico
  • meningite neonatale causata da C. koseri, forma particolarmente grave, generalmente associata ad encefalite necrotizzante e ascessi cerebrali

alessandro.dimise@netweek.it

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