Grandine e freddo, gravi danni all'agricoltura di Isola della Scala
La tempesta di sabato ha colpito anche una vasta zona che va da Isola Rizza, San Bonifacio e Pressana, allargandosi di verso Lazise e Castelnuovo.
Ancora grandine e freddo nel Veronese, con gravi danni ai cereali, alle orticole e ai vigneti. La tempesta di sabato ha colpito una vasta zona del Basso Veronese, in particolare Isola della Scala e poi Isola Rizza, San Bonifacio e Pressana, allargandosi di nuovo verso Lazise e Castelnuovo. Sul lago danni pesanti ai vigneti, con germogli e foglie spezzate, mentre a Isola della Scala la tempesta ha distrutto le piantine di mais in crescita e danneggiato le orticole. Danni a frumento, orzo e piselli nelle altre zone.
Sussi: "Pregiudicata la stagione dei seminativi"
“Questa serie di grandinate sta pregiudicando fortemente la stagione dei seminativi – sottolinea Filippo Sussi, presidente dei seminativi di Confagricoltura Verona. “Il frumento è in spigatura e quindi in una fase molto delicata, così come l’orzo, e di conseguenza le spighe vengono letteralmente distrutte. Anche sul mais, essendo le piante piccole, i danni pregiudicano la produzione”.
Troppo freddo
Il problema è anche il freddo, che rallenta la crescita delle piantine e sta impedendo alle aziende del Basso Veronese di seminare il riso. “Di solito la semina del riso avviene dal 20 aprile al 20 maggio – dice Romualdo Caifa, presidente dei risicoltori di Confagricoltura Verona -. Quest’anno con le continue piogge e il freddo nessuno è riuscito ancora a seminare. Impossibile la semina in asciutto, perché il terreno è fradicio, ma è difficile anche la semina in acqua, perché il terreno così bagnato non consente una lavorazione idonea. Il ciclo del riso, dalla semina alla maturazione, è di 150 giorni: se si tardano le semine o il freddo blocca lo sviluppo, il riso è costretto a una rincorsa che può causare parecchie problematiche”.
Lavagnoli: "La produzione sarà comunque compromessa"
“A Isola della scala la grandinata è stata di forte entità e ha distrutto le piantine di mais, che sono state spezzate in due – sottolinea Andrea Lavagnoli, presidente di Cia Agricoltori Italiani Verona. “Per il frumento si stima una perdita del 50 per cento, perché le spighe in crescita sono state rasate dalla tempesta. Sui frutteti è anche peggio. Sono caduti moltissimi frutti e altri sono stati segnati fortemente e saranno quindi invendibili. Gli alberi sono rimasti senza foglie e quindi la produzione sarà comunque compromessa. È un altro brutto colpo per l’agricoltura veronese, colpita di nuovo a una settimana dalla grandinata che ha danneggiato le colture del Basso Veronese, che si aggiunge al danno ai vigneti del Lugana e a quello dei seminativi già sferzati dal maltempo due settimane fa. La variabilità primaverile si sta estremizzando e le temperature registrate in questi giorni sono assolutamente anomale per il mese di maggio, come dimostrano le nevicate anche in bassa quota. Un freddo che sta bloccando tutta la crescita delle colture e anche le semine”.