Situazione drammatica

Hamas attacca Israele, 38 veronesi in pellegrinaggio bloccati a Gerusalemme

Tra loro ci sarebbero anche due neonati, 5 bambini e sei adolescenti

Hamas attacca Israele, 38 veronesi in pellegrinaggio bloccati a Gerusalemme
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La mattina del 7 ottobre 2023, purtroppo, è un'altra data che segna in modo drammatico la storia. Un attacco misto, da terra, cielo e via mare, condotto da Hamas è stato lanciato dalla Striscia di Gaza, e ha colto impreparato Israele, il cui popolo era impegnato nei festeggiamenti della settimana di Sukkot.

Hamas, il sanguinoso attacco al cuore di Israele

Migliaia di razzi hanno raggiunto zone del centro e a sud di Israele, con un bilancio in termini di vittime davvero tragico: si parla di almeno 500 vittime e oltre 2mila feriti, ma i dati sono evidentemente parziali.

Uno dei più violenti atti di guerriglia della storia del conflitto

E' un'azione di guerriglia che rappresenta, come detto, un cambio di marcia nell'eterno conflitto tra Israele e miliziani di Hamas, una delle più violente degli ultimi anni, come riporta l'Istituto per gli studi di politica internazionale, paragonabile solo allo scoppio della guerra dello yom Kippur nel 1973 e avvenuta proprio all'alba del 50esimo anniversario del conflitto di quell'anno.

Israele risponde con l'operazione Spade di Ferro

Il Governo israeliano ha subito reagito dando il via all'operazione "Spade di ferro". Tutto questo, come si può ben comprendere, ha reso quel territorio estremamente pericoloso. E purtroppo arriva notizia della presenza in pellegrinaggio di molti veronesi.

38 veronesi bloccati a Gerusalemme sotto le bombe

Sarebbero almeno 38 quelli che in questo momento sono bloccati a Gerusalemme. Come riferisce Ansa tra loro ci sarebbero anche due neonati, 5 bambini e sei adolescenti. La Farnesine è al lavoro per riportarli a casa. Il loro rientro in Italia dopo un tour in Cisgiordania e l'arrivo a Gerusalemme, sarebbe dovuto avvenire il 7.

La richiesta di aiuto

Ma poi la situazione è degenerata e ora stanno vivendo un vero e proprio incubo. Sulle loro teste volano razzi, e il loro ritorno in patria è davvero complicato. Le uniche compagnie aeree disponibili ad alzarsi in volo chiedono, infatti, biglietti da 1500 euro. Biglietti che, tra le altre cose, sono pure esauriti...

Il commento del Governatore Zaia: "Ci sono anche altri cittadini veneti"

"Ho appreso con sgomento e sto seguendo con apprensione le notizie tragiche che giungono da Israele e dal Medioriente. Esprimo grande dolore per la sorte di tutte le persone decedute, ferite e rapite e grande preoccupazione per quelle la cui vita è in pericolo, soprattutto dei civili, tra i quali ci sono anche veneti.

Tra essi anche un gruppo di pellegrini trevigiani, di varie parrocchie della Sinistra Piave, che si sono ritrovati coinvolti da questi venti di guerra; sto seguendo, con le strutture della Farnesina l’evolversi della situazione e mi auguro possano tornare presto alle loro case.

Quello che si è verificato è un atto di guerra che si consuma ancora una volta nell’aggressione a Israele, riferimento concreto per tutte le comunità ebraiche internazionali dopo le innumerevoli tragedie subite dalla Diaspora all’Olocausto.

Esprimo la solidarietà, a nome di tutta la Regione, ai cittadini israeliani, impegnati in questa difficile situazione. Il mio pensiero e la mia vicinanza va anche alle comunità ebraiche del Veneto che vivono questi momenti di tensione e incertezza internazionale. E’ bene rinforzare la sicurezza di questi nostri concittadini; siamo al loro fianco, nell’amarezza che guasta un giorno di festa ebraica, la giornata di Simha Atorà in cui i bambini vengono accolti in Sinagoga.

La preoccupazione e il dolore comprendono il destino dei civili innocenti di ambo le parti; se i terroristi, infatti, sanno come ripararsi e dove rifugiarsi, nella loro sciagurata impresa espongono consapevolmente cittadini inermi al pericolo estremo. Dopo una guerra in Europa, si apre ora un nuovo teatro di grave crisi e di scontri nel Medio Oriente. Dovere delle istituzioni internazionali è lavorare per scongiurare un’escalation dagli esiti imprevedibili".

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