I «Podisti della domenica» che fanno sul serio

Il sodalizio è nato quasi per caso, ma non lo ferma nulla: non temono pioggia, gelo e caldo. La loro è una passione contagiosa. Partiti in quattro, fra cui il sindaco, ora sono una ventina

I «Podisti della domenica» che fanno sul serio
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Il sodalizio è nato quasi per caso, ma non lo ferma nulla: non temono pioggia, gelo e caldo. La loro è una passione contagiosa. Partiti in quattro, fra cui il sindaco, ora sono una ventina

Ore 5.55: Valeggio è immobile, al massimo si muovono sogni e coperte. Loro, anticipando l’alba, le corrono incontro. Il martedì, il giovedì e la domenica mattina, cadesse il mondo, pioggia, gelo, caldo, estate, inverno, a meno 10 o a più 37 gradi, si trovano e corrono. L’ex ristorante Scorpione è punto di partenza e arrivo. Un’ora di corsa dalle 5.55 alle 6.55, poi tutti si consegnano alla propria giornata. Iniziate già stanchi? «Iniziamo carichi! La corsa fa stare bene, è una fatica buona. Il martedì e giovedì, corriamo 11 km la domenica 15, le strade sono quelle della campagna valeggiana».

Gli alberi di Olfino li salutano la domenica, mentre i prati dei Venturelli li vedono passare nei giorni feriali. Atleti? Professionisti della corsa? Cercatori di primati? Nulla di tutto questo. «Podisti della Domenica». Il nome da dopo lavoro dei runner, stampato sulle magliette, non tragga in inganno: fanno sul serio, a tal punto da essere passati da sportivi latenti a sportivi di fatto. Da sconosciuti ad amici. Paola Giacomelli, 36 anni valeggiana doc, cresciuta a tortellini e sport, è stata la scintilla bionda che ha acceso questo fenomeno, questa favola con le scarpette da corsa. «Andare a correre è il primo compito della giornata, non hai alibi, l’amicizia che si è creata sconfigge l’incubodella sveglia». Prosegue: «Mentre corri anche il silenzio di uno o dell’altro racconta, senza bisogno di parlare».

E ancora: «Lo sport riduce i tempi perché ti mette a nudo, davanti ad un aperitivo è tutto diverso». Conclude: «Quando si corre si è tutti uguali». Questa «favola», questa storia che corre sul filo della condivisione di una passione, muove, è il caso di dire, i primi passi 4 anni fa. Paola e l’amica Elena Darra, entrambe mogli, lavoratrici e mamme, sentono il bisogno di correre, sentono anche il dovere di non cedere all'incoscienza del farlo da sole. Angelo Tosoni, non in veste di sindaco ma di conoscente, si accoda, assieme ad Alessandro Vesentini, autotrasportatore. Iniziano a correre tutti insieme. Corsa virale. In poco tempo ai 4 runner si uniscono con il passa parola: Enrico, Joana, Doriano, Daniele, Carloalberto, Dario, Filippo, Luca, Marcello, Marco, Giovanni, Alberto, Andrea, Federico, l’ultimo in ordine di tempo, Luigi. Forrest Gump dei Venturelli: «Federico correva nel senso opposto al nostro. Una mattina ci siamo incrociati lungo il percorso dei Venturelli, ha girato su se stesso e si è unito a noi. Non servono tessere, iscrizioni, siamo un gruppo aperto».

Bancari, ricercatori universitari, social media manager, parrucchiera, tutti uniti dalla corsa. Siete competitivi? «Non nel senso tradizionale. Puoi allungare, ma nessuno corre in avanti da solo, ci si aspetta. Lo scatto in avanti può servire come stimolo per metterti alla prova, e scoprire che ce la puoi fare». Il futuro come lo immaginate? «Crediamo che il gruppo non si scioglierà mai. Ci si potrà allontanare ma mai lasciare».

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