Il Comune di Verona vuole uscire dalla Ue? Non è proprio così...
Una dicitura sul sito del Comune che ha innescato degli equivoci.
Il gruppo consiliare comunale Pd ha fatto emergere quanto era scritto sul sito.
La dicitura che ha allarmato
Sul sito del Comune di Verona, nella sezione “Comunicati e avvisi”, fino a lunedì 29 giugno 2020, si poteva leggere l'avviso “Proposta di legge d'iniziativa popolare: 'Indizione di un referendum di indirizzo sul recesso dello Stato dall'Unione Europea'”. A seguire la nota proseguiva indicando: “Il Comune di Verona ha aderito all'iniziativa sostenuta dal Comitato promotore 'Libera l'Europa – UEXIT'”. Di certo la cosa non è sfuggita al gruppo consiliare comunale PD che ha deciso di far emergere la questione.
Verona? Città da sempre aperta all'Europa
Il gruppo consiliare comunale Pd, composto da Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani, hanno reso noto:
“Leggiamo dal portale Internet ufficiale che 'Il Comune di Verona ha aderito all'iniziativa sostenuta dal Comitato promotore ‘Libera l'Europa - UEXIT’, a favore di un progetto di legge di iniziativa popolare' finalizzato all’indizione di un “referendum di indirizzo sul recesso dello Stato dall'Unione Europea". Il che lascia allibiti ed esterrefatti: finché si parla di dare la disponibilità ad una richiesta di democrazia, per quanto balzana, presentata nei termini previsti dalla nostra Costituzione, è un conto. Ma che il Comune di Verona, città da sempre aperta all’Europa e al mondo, fornisca un’adesione politica ad una iniziativa simile, è inaccettabile. Altri Comuni, da Milano a Bologna a Reggio Emilia, hanno democraticamente messo a disposizione il servizio di certificazione delle firme presso i propri Urp, ma nessuno lo ha fatto con la formula dell''adesione'. Si tratta quindi di un grave errore, l’ennesimo da parte dell’amministrazione Sboarina ormai allo sbando che non sa mantenere una linea politica su nessun tema”.
L'iniziativa proviene dal movimento di Sgarbi
Il gruppo poi prosegue:
“Sboarina dovrà tra l’altro spiegare ai veronesi che le decine di milioni di euro che arriveranno a fondo perduto ai veronesi dall’Europa tramite il Recovey Fund, lui non li vuole. Va poi osservato che l’iniziativa legislativa non nasce poi così 'dal basso' come si potrebbe credere. Sottoscrittori della proposta di legge di iniziativa popolare sono 14 professionisti romani, ma a capo del movimento c’è il solito Vittorio Sgarbi. L’iniziativa è appoggiata da parte dell’ultradestra radicale e sovranista e dal Movimento Stop Euro. Con una interrogazione chiederemo all’amministrazione comunale di giustificare i motivi di tale adesione e di correggerla con una formulazione adeguata”.
Nessuna adesione, solo un equivoco
Il segretario generale avvocato Cristina Pratizzoli e il vicesegretario dottor Giuseppe Baratta del Comune di Verona precisano:
“Da parte del Comune di Verona non c'è alcuna adesione ideale né tantomeno politica alle iniziative referendarie e di legge proposte da vari soggetti. Il ruolo svolto dalle istituzioni, e quindi anche dal Comune, assolve al dovere legale oltre che civico di consentire la raccolta delle firme dei cittadini. Si tratta, come è noto, di un compito obbligatorio e che non ha alcuna discrezionalità. La dicitura utilizzata nell'avviso della pubblicazione online è peraltro la stessa identica usata da anni, che non era mai stata cambiata. Gli uffici lo hanno fatto martedì, solo per evitare ulteriori inutili equivoci”.