Il Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico compie 65 anni

Una realtà presente su tutto il territorio nazionale: conta quasi 7mila tecnici.

Il Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico compie 65 anni
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Il Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico compie 65 anni

Il 12 dicembre 1954 il Consiglio Centrale del Club Alpino Italiano costituiva il Corpo Soccorso Alpino: la realtà che in breve sarebbe diventata il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS). Si dava per la prima volta un’organizzazione strutturata a livello nazionale per istituzionalizzare le forme di aiuto e solidarietà da sempre presenti nelle comunità di montagna.
Sono passati sessantacinque anni da quel giorno, e il Soccorso Alpino e Speleologico festeggia oggi questo lungo percorso. Una crescita costante, sin dagli albori, realizzata grazie all’impegno, alla passione e alla dedizione dei suoi componenti.  La pioneristica organizzazione di un tempo è via via cresciuta nella propria istituzionalizzazione, divenendo il punto di riferimento a livello nazionale per il soccorso in montagna, in ambiente ipogeo e, in genere, per il soccorso in ambiente ostile e impervio. Un servizio fondamentale per il Paese e per le sue comunità, soprattutto quelle delle aree interne e montane, spesso le più fragili e bisognose.

Il quadro legislativo e normativo

Questo ruolo è stato riconosciuto e affidato dallo Stato con numerose leggi, i cui principi hanno ben interpretato quella sussidiarietà verticale che da sempre le comunità della montagna hanno saputo attuare sin dai tempi più remoti. Ricordiamo, in particolare, nel vigente ordinamento, la legge 91 del 26 gennaio 1963, la legge 74 del 21 marzo 2001, la legge 289 del 27 dicembre 2002 e la legge 26 del 26 febbraio 2010. Una normativa di assoluto rilievo che è stata anche recepita dalle Regioni e Provincie autonome per la disciplina e l’organizzazione dei servizi di soccorso e elisoccorso.
Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico è anche struttura operativa del Servizio nazionale della Protezione Civile (D.lgs. 2 gennaio 2018, n. 1): è stato protagonista in tutte le operazioni di soccorso successive alle grandi calamità che in questi anni, purtroppo, hanno colpito la nostra nazione.

Numeri e statistiche

Il Soccorso Alpino e Speleologico è una realtà presente su tutto il territorio nazionale: conta quasi 7mila tecnici, donne e uomini che dedicano il loro tempo, dopo una complessa formazione, per essere sempre pronti a intervenire, giorno e notte, 365 giorni all’anno.
Con questo impegno severo che si è sviluppato di anno in anno, sino ad oggi, il CNSAS dalla fondazione ha alla fine 169.836 missioni di soccorso traendo in salvo o recuperando 186.564 persone, di cui 58.820 illesi che si trovavano in imminente pericolo di vita o in forte difficoltà tecnica, 109.891 feriti con vari codici di gravità, 15.711 persone decedute e ricercando 2.051 persone disperse (dati al 31.12.2018).
Nel 2018 si è registrato il numero “record” di interventi, su base annuale: 9554 missioni di soccorso. Il 2019 dovrebbe attestarsi su numeri simili.

Il pensiero alle famiglie e ai caduti

“In occasione del 65° anniversario di fondazione del Corpo, la Direzione Nazionale del CNSAS e tutte le strutture regionali vogliono ricordare i soccorritori, le loro famiglie, che si sono impegnati e si impegnano ogni giorno, senza soluzione di continuità e con marcati coefficienti di rischio, per garantire un pubblico servizio, che viene reso in stretta sinergia con il “sistema 118 – dichiara Maurizio Dellantonio, il Presidente Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico -. Un pensiero particolare va ai nostri caduti, che hanno perso la vita in operazioni di soccorso, e alle loro famiglie: una vicinanza che viene mai meno. È a loro che dedichiamo questo anniversario e nel loro ricordo continua il nostro impegno a favore delle comunità e degli utenti della montagna”. 

Le origini del soccorso alpino e speleologico

A Cortina nel 1902 si parlava già di 'Stazioni di salvataggio', nel 1926 nasce a Torino il 'Comitato di soccorso per le disgrazie alpine' e nel 1932 il Club alpino italiano avvia le Stazioni di soccorso di 1° e 2° grado, ma è solo nel 1954, il 4 settembre, che durante una riunione del Cai a Bognanco (VB) vengono istituite le prime 26 Stazioni del Soccorso alpino, delle quali 11 in Veneto: Agordo, Arsiero, Auronzo, Belluno, Cortina d'Ampezzo, Feltre, Padola (poi Val Comelico), Pieve di Cadore, San Vito di Cadore, Sappada, Schio e Valdagno. Il 12 dicembre 1954 a Clusone (BG) la Commissione soccorsi alpini si trasforma in una Direzione del Csa, Corpo di soccorso alpino, che raccoglie in un'unica organizzazione tutte le strutture esistenti. Vengono istituite le prime Delegazioni là dove il Soccorso alpino aveva assunto forme più organizzate e in particolare quelle di Tarvisio (UD), Belluno, Trento, Edolo (BS), Bergamo, Sondrio, Borgosesia (VC), Aosta e Domodossola (Verbano - Cusio - Ossola). Oggi il Soccorso alpino e speleologico Veneto contra tre Delegazioni, II Dolomiti Bellunesi, XI Prealpi Venete, VI Speleologica e 672 volontari e nelle tre basi di elisoccorso di Pieve di Cadore, Treviso e Verona quotidianamente è presente un tecnico del Soccorso alpino che affianca l'equipaggio negli interventi in montagna o luoghi impervi.

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