Il «Piccolo cinema Paradiso» di Antonio Augelli

Dalle pellicole infiammabili alle proiezioni digit, tredici anni fa mise piede per caso nella sala di San Martino spinto dal desiderio di sua figlia di vedere un film: oggi è presidente del circolo.

Il «Piccolo cinema Paradiso» di Antonio Augelli
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Il «Piccolo cinema Paradiso» di Antonio Augelli. Dalle pellicole infiammabili alle proiezioni digit, tredici anni fa mise piede per caso nella sala di San Martino spinto dal desiderio di sua figlia di vedere un film: oggi è presidente del circolo.

Una vita per il cinema e nel cinema

Sembrano essersi inseguiti per anni  Antonio Augelli e il grande schermo, e ora che entrambi possono dedicarsi il giusto tempo, sono tornati insieme. Una storia singolare quella di Antonio, carabiniere in pensione e oggi presidente del circolo San Martino Cinema, che in alcuni momenti ricorda quella di Salvatore Di Vita detto «Totò» del fim di Giuseppe Tornatore «Nuovo Cinema Paradiso».

Antonio

Nato il 24 febbraio 1963 a Lesina, in provincia di Foggia, Antonio iniziò a conoscere le cabine delle sale cinematografiche quando ancora frequentava le scuole elementari. Erano gli anni d’oro per il cinema, quelli in cui venivano occupati tutti i posti disponibili e le persone restavano anche in piedi in sala pur di vedere il film. «Ho iniziato a 9 anni a entrare in cabina, perché mio papà Primiano Augelli faceva l’operatore nel cinema dei fratelli Panunzio. Quella sala era destinata a essere un mobilificio, perché i fratelli Michele e Silvio Panunzio avevano studiato a Cantù per quel mestiere, ma quando sono tornati lo hanno fatto diventare un cinema. In quegli anni c’era stato il “boom” e in un paese di 6 mila abitanti c’erano due cinema».

Fece di necessità, virtù

Antonio conserva ancora un bambino in legno intagliato a mano da Michele, le cornici costruite per le locandine e quanto più possibili possa essere tenere insieme tutti i pezzi della sua lunga storia con il cinema. La mamma Nunzia come la mamma di Totò non voleva che Antonio rimanesse in quel mondo, ma in ogni posto in cui è andato, l’opportunità e a volte la necessità di stare in cabina si è manifestata.

Il «Piccolo cinema Paradiso» di Antonio Augelli. Dalle pellicole infiammabili alle proiezioni digit, tredici anni fa mise piede per caso nella sala di San Martino spinto dal desiderio di sua figlia di vedere un film: oggi è presidente del circolo.
Antonio con una delle locandine di un tempo

I genitori di Antonio iniziarono a lavorare in Germania e lui rimase in Italia con i nonni per terminare le scuole. Quando il padre era in ferie, andavano al cinema e un pomeriggio, dopo che videro il film «Isabella» andarono a salutare Michele in cabina e da lì la vita di Antonio cambiò: «Ricordo che mio papà aprì la portina della cabina, era tutto buio. Fu un’esperienza che mi è rimasta dentro tutt’oraLa domenica andavo al cinema da spettatore. Un giorno mi chiesero se volessi andare ad aiutarli e accettai. Inizialmente avvolgevo le pellicole e poi imparai a 10 anni a smontare il mio primo film. Era il periodo in cui si stava per passare al triacetato, ma arrivavano ancora le “pizze” di pellicola infiammabile che bisognava smontare e rimettere nelle scatole. Il 2 novembre del 1975 feci il mio primo avviamento al proiettore».

Evoluzioni e crisi

Nel 1978 il cinema iniziò a entrare in crisi e ci fu il primo allontanamento di Antonio. Dal 1969 Antonio trascorreva tutti gli anni l’estate in Germania con i genitori e una volta terminate le scuole superiori, vi rimase 3 anni a lavorare. Nel cinema che frequentavano gli uomini Augelli venivano proiettati i film in lingue diverse per i migranti e per «non perdere la mano» Antonio si offrì di aiutare la signora che gestiva la sala che frequentava. Di giorno lavorava in fabbrica e di sera al cinema. Quando Antonio iniziò a pensare a un futuro in Italia, abbandonò la Germania, la fabbrica e il cinema e tornò nel suo paese con l’obiettivo di diventare carabiniere, un’altra sua passione. La sua carriera iniziò come allievo a Campobasso dove gestì il cinema della caserma per permettere ai colleghi di poter vedere i film. A Verona arrivò diversi anni fa perché venne mandato in servizio e scelse San Martino Buon Albergo per vivere, perché la tranquillità del paese gli diede la possibilità di allevare i cani, un’altra sua grande passione.

Il «Piccolo cinema Paradiso» di Antonio Augelli. Dalle pellicole infiammabili alle proiezioni digit, tredici anni fa mise piede per caso nella sala di San Martino spinto dal desiderio di sua figlia di vedere un film: oggi è presidente del circolo.
La nuova "pellicola"

Il ritorno in cabina

Quando il cinema sembrava essere fuori dalla sua vita, sua figlia gli chiese di accompagnarla a vedere un film in piazza del Popolo al teatro Peroni e quando Antonio entrò e vide un vecchio proiettore a carbone rimase a guardarlo, spiegando alla figlia cosa fosse e a cosa servisse ogni piccolo pezzo di quella macchina. L’allora presidente del circolo gli chiese se volesse diventare un volontario e da 12 anni la sua presenza è diventata fissa. Anche in questa storia c’è un cinema che verrà demolito come nel film di Tornatore; il suo di origine, quello di Lesina, dove ha respirato per la prima volta l’odore delle pellicole che scorrevano, il fumo delle sigarette degli spettatori in sala e le emozioni delle persone davanti al grande schermo. Gli rimane però quello di San Martino gestito dal circolo che non gode di alcun contributo pubblico e che offre due possibilità: il cinema commerciale per le famiglie nel fine settimane e il cineforum il martedì, mercoledì e giovedì con due fasce orarie di proiezioni.

Adele Oriana Orlando

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