Il professor Filippi: una vita per la geografia

Pertini lo premiò il giorno prima di dimettersi

Il professor Filippi: una vita per la geografia
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Pertini lo premiò il giorno prima di dimettersi

Lo studio della geografia riceve da anni un munifico contributo a Villafranca, grazie alla passione indefessa di Ezio Filippi, che, oltre a essere stato professore nelle scuole villafranchesi, ha sempre coltivato gli studi della disciplina con rigore scientifico, intessendo rapporti intensi con colleghi illustri, fra cui due presidenti della Società geografica italiana e il fondatore dell’Associazione italiana insegnanti di geografia.

La passione per la materia è tale e gli interessi tanto vivaci che quest’anno, a ottantacinque anni, ha pubblicato un nuovo studio: «Gli scritti geografici di Cesare Battisti». «Si tratta di una novità rumorosa - spiega il professore - Finora su Battisti si è prodotta una bibliografia ampia, ma concentrandosi sulla sua figura di politico socialista, giornalista e irredentista, tralasciando un’altra sua grande passione: la geografia». Sebbene i genitori lo spingessero verso una sicura carriera da avvocato, per cui avrebbe facilmente potuto ereditare lo studio di un anziano parente, Battisti finì per laurearsi con una tesi in Geografia sul Trentino, la sua terra, per la cui autonomia dal potere austriaco si batté, schierandosi con la parte italiana nella Prima Guerra Mondiale e venendo di conseguenza catturato e impiccato.

«Se non fosse finito sulla forca - commenta Filippi - sarebbe finito in cattedra universitaria, perché possedeva una cultura sbalorditiva». Nel suo lavoro Filippi ha dedicato ampio spazio ai due momenti in cui si concentrò la produzione di scritti geografici del Battisti: dall’epoca degli studi universitari fino al 1904, e di nuovo nel 1915, quando riprese con la speranza di ottenere la libera docenza per garantire un’entrata fissa alla famiglia che non riusciva a sfamare. «Spinto dal fervore per il socialismo, che viveva come una religione, aveva purtroppo dilapidato l’eredità paterna - racconta Filippi - Su questo aspetto della sua biografia in pochi si sono soffermati».

L’originalità a cui si impronta il metodo di studio di Filippi è testimoniata anche dalle motivazioni con cui la commissione dell’Accademia nazionale dei Lincei gli conferì nel 1985 il Premio Carmelo Colamonico per la Geografia, definendo la sua pubblicazione sulle valli della Bassa veronese «notevole» e considerabile come «un modello di studio sull’evoluzione del paesaggio agricolo». In quell’occasione Filippi ricevendo il premio, come già nel 1982, strinse la mano al Presidente della Repubblica Sandro Pertini, ma notò in lui una differenza: «La volta precedente uscendo dal salone salutò i presenti giulivo. In quell’occasione era invece immusonito e si allontanò in silenzio. Il giorno dopo si dimise». Filippi ha concorso al Premio Colamonico quattro volte e quattro volte ha vinto, tra il 1982 e il 1992, mantenendo come fulcro della sua geografia il rapporto tra uomo e territorio, sia negli aspetti positivi sia in quelli negativi, ma coltivando molteplici settori per «restare sveglio».

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