Il sindaco di Legnago: "Ragazzi entrano in chiesa e bestemmiano durante la messa"
Il primo cittadino Paolo Longhi riferisce in un post Facebook quanto gli è stato detto dal parroco: "Un gesto di profonda inciviltà e disprezzo per ogni forma di convivenza"

Una moda "inquietante". E' con queste parole che Paolo Longhi, sindaco di Legnago, ha commentato un recente comportamento irrispettoso tenuto da alcuni giovani ragazzi del Comune della bassa veronese. Stiamo parlando di quei teenagers, spesso al centro delle cronache per casi di maleducazione e bullismo (che talvolta sfociano in violenza gratuita), che ora, per una questione di becero divertimento, si sono resi protagonisti di una nuova forma di inciviltà che consiste nell'entrare in chiesa e bestemmiare durante le funzioni religiose (in copertina: immagine di repertorio creata con l'intellingenza artificiale).
"Ragazzi entrano in chiesa e bestemmiano durante la messa"
A denunciare pubblicamente i fatti, come anticipato, è stato il primo cittadino di Legnago in un post pubblicato sul suo profilo Facebook.
Nelle sue parole rivolte alla cittadinanza, il sindaco Longhi, in primo luogo, ha parlato del 15enne aggredito allo skatepark da un gruppo di coetanei di origini marocchine:
"Un'aggressione violenta, gratuita, fatta – a quanto pare – solo per dimostrare dominanza fisica. Il ragazzo ha riportato una grave lesione a un occhio e dovrà sottoporsi a un intervento chirurgico. Poche ore dopo, la madre di una giovane mi ha raccontato delle molestie – per fortuna solo verbali – subite dalla figlia all’uscita dalla stazione ferroviaria. Anche in questo caso, i responsabili sarebbero giovani di origine magrebina".
E' a questo punto che il primo cittadino fa riferimento ad alcuni episodi che gli ha segnalato il parroco di Legnago, don Maurizio Guarise, e che hanno a che fare ancora con giovani bulli.
"A ciò si aggiunge una 'moda' inquietante, segnalatami da un parroco: ragazzi entrano in chiesa in bicicletta durante la funzione religiosa e urlano bestemmie rivolte al sacerdote. Un gesto di profonda inciviltà e disprezzo per ogni forma di convivenza".
Clicca sull'immagine per visualizzare la zona del Duomo di Legnago:

Intervistato da L'Arena, il parroco di Legnago ha riferito che per due volte ha assistito personalmente a questi ragazzi e ragazze che entrano in chiesa e bestemmiano durante le messe, ma che anche in altre occasioni, in sua assenza, sono capitati episodi simili.

"E' un tema di rispetto: serve fare di più"
Nel suo lungo post, il sindaco Longhi ha voluto fare un'approfondita riflessione:
"Ora, è bene chiarirlo: non sono razzista, e non accetto semplificazioni superficiali del tipo 'tre indizi fanno una prova'. Né, tanto meno, lo sono gli aggressori in senso stretto, visto che uno dei ragazzi vittima di bullismo ha il papà marocchino. Non è un tema di razza, è un tema di rispetto.
A Legnago non viviamo in una comunità abbandonata: abbiamo decine di associazioni sportive, culturali, ambientali che offrono occasioni di crescita e inclusione. Non è dunque l’assenza di alternative a giustificare certi comportamenti: qualcosa si è rotto – o non ha mai funzionato - e dobbiamo capire dove e perché.
Ho chiesto ad un amico dell’associazione della comunità musulmana di aiutarci a riflettere su quanto sta accadendo. Perché è evidente che molti loro ragazzi non si identificano nel nostro paese, nella nostra comunità, nelle nostre regole. E se dietro a questi gesti c’è frustrazione o disadattamento, non possiamo rispondere con frasi da bar o – del pari - col buonismo esasperato.

Le forze dell’ordine, come sempre, fanno un lavoro straordinario ed io ringrazio i carabinieri, la polfer, la polstrada, la guardia di finanza e i nostri agenti di polizia locale per la dedizione con cui, ogni giorno, affrontano situazioni complesse, pur con risorse limitate e regole d’ingaggio da rivedere. Ma lo sappiamo bene: nemmeno un presidio militare ad ogni angolo della città basterebbe. Serve di più.
Attraverso lo sviluppo dell’ATS (Ambito Territoriale Sociale) vogliamo costruire nuovi momenti di aggregazione extra-scolastica, anche con l’aiuto di educatori di strada, per offrire ai giovani figure positive di riferimento, alternative ai 'capi branco' violenti.Vigileremo maggiormente sui luoghi sensibili. Ma è indispensabile anche una presa di responsabilità da parte della comunità magrebina: l’educazione non è solo compito della scuola. La situazione è, lo dico con franchezza, molto grave. Lo è per tutti e nessuno può girarsi dall’altra parte".