Immigrazione, Zaia: "Fenomeno insostenibile"
Gli immigrati arrivati in Veneto fino a fine giugno sono stati 23.422, quelli presenti nelle strutture temporanee 9.386. Il 59,92% di queste persone, cioè 14.036, sono di fatto fantasmi
Gli immigrati arrivati in Veneto fino a fine giugno sono stati 23.422, quelli presenti nelle strutture temporanee 9.386. Il 59,92% di queste persone, cioè 14.036, sono di fatto fantasmi
“Secondo i dati in nostro possesso, gli immigrati arrivati in Veneto a tutto il 23 giugno scorso sono stati 23.422, quelli presenti nelle strutture temporanee 9.386. Il 59,92% di queste persone, cioè 14.036, sono di fatto fantasmi: nessuno si sa chi siano, dove siano, cosa facciano, se soffrano o se siano entrati nel giro della malavita. Nel frattempo i dati della Prefettura di Vicenza su quattro mesi di lavoro della commissione per il riconoscimento dello status, attestano che 4 richiedenti su 5 non sono considerabili rifugiati. E ora dove andranno? Cosa ne faranno? Il Governo sa dirci con certezza se andranno in un altro Paese europeo o se saranno rimpatriati? E se sì, come e quando? La situazione sfugge di mano a chi dovrebbe governarla ogni giorno di più. Lo dicono i numeri e i numeri non mentono”.
Parla così il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, commentando e snocciolando i dati sulla situazione dell’immigrazione in Veneto e il fenomeno degli sbarchi in Italia che da giorni si contano a migliaia.
“Chiamare questa situazione emergenza è poco – incalza Zaia – perché siamo di fronte a un fenomeno che l’inerzia europea e italiana non sono capaci nè di disciplinare, né di arginare. Ogni giorno qualcuno si inventa qualcosa, molti dichiarano a sproposito che tutto è sotto controllo, annunciando nuovi vertici prevedibilmente simili ai precedenti, cioè perfettamente inconcludenti. Intanto gli immigrati arrivano ogni giorno, e praticamente ogni giorno vengono scaricati come pacchi postali, senza rispetto né per la loro dignità né per i territori e per i Sindaci, che vengono costretti ad affrontare situazioni impossibili e socialmente a volte pericolose. Solo scorrendo la stampa di oggi – segnala Zaia – troviamo Marostica (Vicenza) che dice no ai profughi a San Floriano; Mozzecane (Verona) con il Comune che fa muro contro la decisione della Prefettura di ospitare immigrati in case private, definendola un atto di forza; il Conselvano (Padova) i cui Sindaci ‘arrabbiati’ dicono ‘basta ai migranti’. Non sono razzisti, sono bravi amministratori che non ce la fanno più”.
“Intanto – aggiunge Zaia allargando l’orizzonte – gli eurosauri di Bruxelles si stracciano le vesti per la ‘Brexit’ inglese che, a prescindere dagli effetti reali che avrà, è un messaggio chiaro di un popolo contro l’inefficienza e la lontananza dalla realtà dei territori della burocrazia europea, cadregara, parolaia e nulla più. Nessuno di costoro si è ancora chiesto perché è successo? Di certo uno dei perché è l’immigrazione numericamente insostenibile, spesso irregolare, che in Inghilterra ha messo in crisi il sistema del welfare e quello del lavoro e che, se non si fa qualcosa di concreto, presto porterà ad altre Brexit da parte di popoli che chiedono di essere governati, non comandati a bacchetta, subendo ora le tasse esagerate, ora il taglio della loro assistenza sanitaria o sociale, ora l’ossessione della burocrazia, adesso anche l’immigrazione di massa, troppo spesso irregolare, quasi sempre mal gestita, sempre sottovalutata in nome di un buonismo ipocrita che non intende rendersi conto che a tutto c’è un limite. L’unica vera risposta umanitaria da dare – conclude Zaia - è il blocco dei traffici di carne umana che produce un business miliardario e planetario; la creazione di centri di accoglienza sulle coste del Nordafrica dove curare i bisognosi, identificare tutti e respingere chi non è un vero profugo; la conseguente attivazione di corridoi umanitari che portino in salvo chi fugge davvero da fame, guerre e persecuzioni etniche o politiche; l’utilizzo dei miliardi di euro che ora si buttano in un’accoglienza che non è tale per creare le occasioni di sviluppo, case, scuole, ospedali, lavoro, nei Paesi da cui i flussi originano”.