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In un video il momento dell’esplosione a Castel D’Azzano, la procura contesta il reato di strage

Nei diciotto secondi di registrazione si avverte prima il rumore sordo della detonazione, poi voci concitate, urla di aiuto e richieste di soccorso

In un video il momento dell’esplosione a Castel D’Azzano, la procura contesta il reato di strage

Un violento scoppio, seguito da un bagliore improvviso che ha illuminato a giorno la campagna di Castel d’Azzano, nel Veronese, ha segnato alle 3.20 di martedì 14 ottobre 2025 il momento della tragedia costata la vita ai tre carabinieri Marco Piffari, Valerio Daprà e Davide Bernardello.

In un video il momento dell’esplosione a Castel D’Azzano

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’esplosione sarebbe stata provocata da una bombola di gas all’interno dell’abitazione dei fratelli Ramponi. Le prime verifiche ipotizzano che a innescare la deflagrazione sia stata Maria Luisa Ramponi, 60 anni, che avrebbe lanciato una molotov contro le bombole, causando il collasso della struttura.

Le immagini, riprese da un video in possesso delle Forze dell’ordine, documentano in modo chiaro la sequenza degli eventi. Nei diciotto secondi di registrazione si avverte prima il rumore sordo della detonazione, poi la videocamera ruota su se stessa, investita dall’onda d’urto. Sullo sfondo si sentono voci concitate, urla di aiuto e richieste di soccorso, mentre un agente invoca disperatamente assistenza.

 

Altri filmati, realizzati subito dopo l’esplosione, mostrano la fase immediatamente successiva: fiamme diffuse, macerie e soccorsi in corso. In uno di essi si distingue una voce femminile che, secondo gli investigatori, potrebbe appartenere alla stessa Ramponi. Non pronuncia parole comprensibili ma emette suoni lamentosi, simili a una litania.

Sul luogo dell’incidente sono intervenuti vigili del fuoco, carabinieri e polizia, che hanno operato tra le rovine dell’edificio per tentare di raggiungere i militari rimasti intrappolati. Le comunicazioni radio, captate nei video, testimoniano la concitazione dei momenti immediatamente successivi alla deflagrazione.

 

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Domani i funerali dei tre carabinieri morti

Per i tre carabinieri coinvolti non è stato possibile fare nulla. Il luogotenente Marco Piffari, il brigadiere capo Valerio Daprà e il carabiniere scelto Davide Bernardello sono deceduti sul posto, travolti dal crollo del casolare. Le indagini della procura proseguono per chiarire con precisione la dinamica e le cause dell’esplosione.

Domani, venerdì 17 ottobre 2025, verranno celebrati i funerali di stato a Padova, alla presenza del Presidente Mattarella, il Presidente Meloni e il Ministro Crosetto.

L’accusa per i fratelli Ramponi è di strage

La Procura di Verona ha formulato l’ipotesi di strage nei confronti dei tre fratelli Ramponi, Franco, Dino e Maria Luisa.

Il Pubblico Ministero Silvia Facciotti contesta ai tre anche i reati di resistenza a pubblico ufficiale e detenzione di esplosivi. Secondo la ricostruzione dell’accusa, i Ramponi avrebbero voluto colpire chiunque si trovasse nei pressi dell’abitazione, indipendentemente dall’identità delle persone presenti.

Maria Luisa Ramponi, 60 anni, attualmente ricoverata in ospedale, è considerata la principale responsabile materiale dell’esplosione: come già detto, dalle immagini delle bodycam dei militari emergerebbe che sia stata lei, durante la perquisizione dei reparti speciali dell’Arma, ad accendere con un accendino una molotov, provocando la deflagrazione di una delle bombole di gas presenti nella casa.

Gli inquirenti ipotizzano che si sia trattato di una tragedia annunciata. I fratelli, agricoltori che da tempo vivevano isolati e senza allacciamenti a luce e gas, avevano già espresso in passato l’intenzione di far saltare in aria l’immobile. Tra febbraio e maggio, i carabinieri avevano condotto operazioni di sorveglianza con droni, individuando sul tetto dell’abitazione alcune bottiglie molotov pronte all’uso.

Alla base del gesto, secondo gli investigatori, ci sarebbe il rifiuto di accettare il pignoramento della casa, avviato dopo anni di debiti non saldati e il mancato pagamento delle rate di un mutuo. L’immobile sarebbe dovuto andare all’asta il 23 ottobre, ma la rabbia e la disperazione dei fratelli avrebbero innescato l’atto estremo.

Le autopsie dei tre carabinieri rimasti uccisi nell’esplosione sono fissate per giovedì 16 ottobre, mentre proseguono gli accertamenti per definire in modo completo la dinamica e le responsabilità della tragedia.